Giappone. Si susseguono le manifestazioni contro il premier Shinzo Abe

di Elisabetta Corsi

Ancora proteste in Giappone contro il primo ministro, Shinzo Abe. In questi giorni a Tokyo sono scese in piazza oltre trentamila persone tra cui studenti universitari, pacifisti e attivisti antinuclearisti, ritrovatisi davanti alla Dieta Nazionale per richiedere le dimissioni del premier. L’accusa principale a carico di Abe è quella di nepotismo e favoritismi nei confronti di persone molto vicine a lui e che fa sembrare agli occhi dei cittadini il Giappone come un paese corrotto e in cui si può agire illegalmente senza problemi. Un paese in cui la democrazia è quasi un ricordo lontano. Non è solo la capitale ad essere interessata dalle proteste, ma anche Osaka, Nagoya e Fukuoka.
Già contestato per uno scandalo riguardo alcune transazioni immobiliari, stavolta il caso riguarda la sua presunta influenza nelle decisioni dell’amministrazione a favore di un amico per la creazione di una nuova facoltà di veterinaria. Secondo un sondaggio del quotidiano Asahi, la popolarità di Abe è crollata al 31%.
Un altro scandalo in cui si trova immischiato è quello della Maritomo Gakuen, ente scolastico privato e di posizioni nazionaliste. Stando a chi lo accusa, l’istituto avrebbe ottenuto proprio dal primo ministro uno sconto sull’acquisto del terreno dismesso dallo Stato e in più per questa vendita sarebbero stati falsificati dei documenti da parte del ministro delle Finanze. Abe si è sempre proclamato innocente, replicando che secondo lui i burocrati hanno fatto tutto da soli.
Vi è stata anche una fiaccolata per la presunta volontà del premier di modificare l’articolo 9 della costituzione, riguardante la rinuncia alla guerra.
In ogni caso sarà dura fare decadere Shinzo Abe dal momento che mantiene ancora la maggioranza parlamentare e quindi non abbandonerà il mandato prima della fine della legislatura, ma sicuramente stanno crescendo i suoi detrattori anche all’interno del suo partito. La partita si giocherà alle elezioni di ottobre per la successione alla guida del partito. Sempre se, come si vocifera, Abe non rassegni le dimissioni a giugno al termine della sessione parlamentare, ma sarà difficile in quanto è un uomo che si è sempre difeso strenuamente e con successo nei momenti di tempesta.