di Alberto Galvi –
Secondo i risultati provvisori il governatore veterano di Gibuti Ismail Omar Guelleh del partito del partito RPP (People’s Rally for Progress) è stato rieletto presidente per un quinto mandato con oltre il 98 per cento dei voti grazie alla coalizione che lo sostiene dell’UMP (Union for the Presidential Majority), formata dai partiti RPP, FRUD (Front pour la Restauration de l’Unite Democratique), PND (National Democratic Party) e PPSD (Peoples Social Democratic Party).
Guelleh è stato il successore scelto con cura del suo parente Hassan Gouled Aptidon, il primo presidente del paese dopo l’indipendenza dalla Francia nel 1977. Guelleh ha affrontato solo uno sfidante indipendente, l’esordiente politico Zakaria Ismail Farah, dopo che i principali partiti di opposizione di Gibuti hanno boicottato le elezioni.
da quando gli è stato consegnato il potere Guelleh e la sua famiglia allargata hanno controllato Gibuti con il pugno di ferro. Una rara ondata di proteste dell’opposizione nel 2020 è stata brutalmente repressa.
La fortuna di Guelleh è la collocazione geografica di Gibuti, situato all’incrocio tra Africa, Penisola Arabica e Oceano Indiano, attirando potenze militari straniere come Francia, Usa e Cina per stabilirvi basi e garantire la sicurezza del commercio marittimo che attraversa il Mar Rosso e l’Oceano Indiano, questo equivalente al 40 per cento del traffico mondiale.
Per via di una riforma costituzionale del 2010, che ha abbattuto i limiti di mandato introducendo un limite di età di 75 anni, il suo quinto mandato sarà l’ultimo. Il voto è proceduto nonostante un aumento dei casi di Covid-19. Inoltre, mentre applaudivano Guelleh durante un’affollata manifestazione in chiusura della campagna elettorale, pochi indossavano mascherine per il viso.
Gibuti, che ha ottenuto l’indipendenza dalla Francia nel 1977, è rimasto politicamente stabile in una regione spesso travagliata da conflitti etnici. Il paese sta cercando di diventare un hub commerciale e logistico, nel 2018 ha avviato la prima fase di quella che sarà la più grande zona di libero scambio dell’Africa, finanziata dalla Cina.
Gibuti non è riuscito finora a portare benefici alla popolazione, riempiendo solo le tasche dell’élite politica del paese a causa di una corruzione dilagante del governo di Guelleh, cosa che ha comportato la violazione dei diritti umani.