Giordania. Ufficiale israeliano aggredito, si rischia la crisi diplomatica

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E’ salito a due il numero delle vittime dell’aggressione di ieri sera ad Amman, in Giordania, dove un operaio di un mobilificio ha aggredito con un cacciavite una guardia di sicurezza dell’ambasciata israeliana.
La ricostruzione offerta dai media e dalle autorità israeliane ha visto l’operaio infilzare nella schiena dell’ufficiale israeliano un cacciavite e questi aprire il fuoco ferendo lui ed uccidendo il suo collega e il proprietario dell’appartamento in cui i due stavano portando i mobili.
Alla base dell’azione potrebbe esservi stato un alterco più che una motivazione di carattere politico, tuttavia ora si sta rischiando la crisi diplomatica in quanto le autorità giordane hanno posto in stato di fermo l’ufficiale, ricoverato in ospedale, come pure hanno fatto sapere l’intenzione di interrogare i funzionari dell’ambasciata.
Il fatto non è avvenuto, come era stato detto in un primo momento, nella rappresentanza diplomatica, bensì in un appartamento attiguo dove l’israeliano stava traslocando, tuttavia è stato fatto notare da Israele che il militare gode dell’immunità diplomatica.
Evidentemente l’ufficiale ha sparato per autodifesa uccidendo per errore sia il collega dell’aggressore che il proprietario dell’appartamento: si è trovato in una situazione imprevedibile anche per le tensioni diffuse nel mondo islamico per via degli scontri in corso in questi giorni a Gerusalemme.
Risale al 1994 la firma della pace tra i due paesi.