Gli Usa tagliano i cordoni della borsa all’Unrwa per il mancato riconoscimento di Gerusalemme

di C. Alessandro Mauceri

Si è svolta a Roma una conferenza “speciale” dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (UNRWA). Presenti tra gli altri il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres e il ministro degli Esteri Angelino Alfano. Questo ente delle Nazioni Unite sostiene circa 700 istituti scolastici in Cisgiordania, Gaza, Siria, Libano e in Giordania, i suoi medici effettuano circa 9 milioni di consulenze ogni anno e vengono forniti aiuti alimentari a circa 1,7 milioni di persone, per la maggior parte nella Striscia di Gaza.
Come ha dichiarato il portavoce dell’UNRWA, Chris Gunness, “scopo della conferenza è sostenere attivamente una risposta collettiva da parte della comunità internazionale per proteggere i diritti e la dignità dei profughi palestinesi”. Un sostegno prima di tutto economico, resosi necessario dopo che a gennaio gli Usa hanno tagliato i propri aiuti dichiarando che avrebbero versato soltanto 60 milioni di dollari a fronte degli oltre 350 milioni corrisposti nel 2017. Una decisione con effetto immediato: è stato infatti disposto il congelamento delle prime due tranche di versamenti da oltre 100 milioni di dollari da parte del governo.
“Il mondo non abbandonerà i rifugiati palestinesi”, ha dichiarato Pierre Krahenbuhl, commissario generale dell’agenzia. Ai paesi donatori presenti a Roma (e non solo) è stato chiesto di salvare l’UNRWA. Un rischio concreto dato che da soli gli Stati Uniti incidevano per quasi il 30 per cento sulle entrate dell’agenzia.
In molti ritengono che la decisione del governo Trump sia la risposta alla decisione delle Nazioni Unite di non riconoscere Gerusalemme quale capitale d’Israele. Già il 25 gennaio, durante un incontro con il premier israeliano Benjamin Netanyahu al World Economic Forum di Davos in Svizzera, il presidente Donald Trump aveva minacciato di ricorrere al taglio di ulteriori fondi nel caso in cui i palestinesi non avessero fatto ritorno “al tavolo dei negoziati con Israele”. Israele da canto suo ha accusato l’UNRWA di favorire la tesi palestinese sull’illegittimità di Israele concedendo lo status di rifugiato ai discendenti dei rifugiati, anche quando sono nati in altri paesi e ne possiedono la cittadinanza.
Istituita nel 1949, l’UNRWA è da sempre nella lista nera di Israele, che la accusa di assistere i profughi palestinesi costretti a fuggire dopo la fondazione dello stato.
“Abbiamo compiuto oggi un primo passo, ma abbiamo ancora da fare un lungo cammino”, ha dichiarato Guterres, ma non sufficiente. Per chiudere in conti in pareggio mancano ancora, dopo le promesse fatte a Roma da alcuni paesi, altri 346 milioni di dollari.
Alla conferenza di Roma era attesa la partecipazione anche del premier dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), Rami Hamdallah, sopravvissuto ad un attacco bomba a Gaza al passaggio delle sue auto lo scorso anno.