Guatemala. Proteste per la legge che garantisce l’impunità sul finanziamento illecito dei partiti

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Decine di migliaia di manifestanti hanno sfilato ieri per le strade di Città del Guatemala per chiedere le dimissioni del presidente Jimmy Morales, di quasi la totalità dei parlamentari (107 su 158) e della maggioranza dei legislatori federali.
Dei due cortei uno è transitato davanti al Parlamento per poi congiungersi con l’altro in Piazza della Costituzione: le autorità hanno dislocato davanti ai palazzi governativi poliziotti e militari non armati, ma non sono stati segnalati incidenti.
Alla base della protesta le accuse di corruzione, in particolare inerenti il finanziamento pubblico dei partiti: il 13 settembre al Congresso è stata votata una norma volta a garantire l’impunità dei leader di partito e dei candidati, ma lo stesso presidente Morales aveva emesso il 27 agosto un provvedimento di espulsione dal paese del numero uno della Commissione Internazionale contro l’impunità in Guatemala (Cicig), il colombiano Ivan Velasquez, definito persona non grata. Il fatto era avvenuto pochi giorni dopo che Velasquez e il procuratore generale Thelma Aldana avevano accusato Morales di finanziamento illecito dei partiti ed avevano preannunciato l’intenzione di far decadere il presidente della Repubblica dallo stato di immunità. Da qui la votazione al Congresso per garantire l’immunità a Morales e la legge del 13 settembre, caldeggiata dallo stesso presidente, volta a proteggere i leader politici nonostante la palese violazione delle leggi.