Honduras. Il governo Hernández tra migranti, narcotraffico e corruzione

di Alberto Galvi

L’attuale presidente dell’Honduras, Juan Orlando Hernández del PNH (Partido Nacional Honduregno). ha assunto il suo secondo mandato il 27 gennaio del 2018. Le accuse di frode denunciate dal capo dell’opposizione Salvador Nasralla del PAC (Partido Anticorrupción) hanno portato a una serie di proteste che continuano ancora oggi.
Per quanto riguarda il capo dell’opposizione Nasralla ha fondato nel 2017 una coalizione politica per competere alle elezioni generali , contro il candidato Juan Orlando Hernández ed è formata dal partito LIBRE (Libertad y Refundación) e dal partito PINU-SD ( Partido Innovación y Unidad Social Demócrata). La disputa elettorale tra Hernández e Nasralla ha lasciato forti divisioni nella società. Il lungo processo di verifica del processo elettorale è stato accompagnato da violente manifestazioni, denunce, morti e feriti. La repressione dei militari contro i manifestanti hanno portato in quei giorni oltre 30 morti.
Nonostante il governo di Juan Orlando Hernández, entrato in carica nel gennaio 2014, abbia rafforzato la polizia e dispiegato i militari nella lotta contro il crimine, l’Honduras è da anni uno dei più violenti paesi del pianeta. Alcune delle sue città come Tegucigalpa e San Pedro Sula, sono stati tra i luoghi con il più alto numero di omicidi in tutto il mondo. Non sorprende quindi che il paese abbia un sistema giudiziario inefficace e forze di sicurezza corrotte, sfruttate da tempo da queste élite, che consentono a grandi gruppi criminali di operare impunemente.
Infatti personaggi di spicco della politica honduregna come Fabio Lobo, il figlio dell’ex presidente Porfirio Lobo, e Tony Hernández, fratello dell’attuale presidente Juan Orlando Hernández, sono stati incarcerati negli Stati Uniti come trafficanti di droga. In Honduras alla base di questo sistema di malaffare ci sono i fondi statali messi a disposizione dal governo, che consentono di far passare nelle mani della criminalità denaro pubblico in modo apparentemente legale.
Da parte sua Hernández ha dimostrato di voler modificare la situazione, e ha permesso agli Stati Uniti di estradare numerosi sospetti trafficanti di droga per eliminare ogni sospetto che potesse essere a conoscenza degli affari del fratello e coprirlo da eventuali indagini. Inoltre gli scandali di corruzione che hanno travolto in questi anni i governi honduregni hanno colpito anche ministri, deputati, uomini d’affari e persino ex poliziotti. Le proteste contro i risultati delle elezioni presidenziali in Honduras, che hanno portato a rivolte, non sono altro che un esempio del deterioramento di uno stato in preda alle violenze provocate dalla criminalità organizzata.
Per capire meglio la situazione di questo paese bisogna spiegare il ruolo dei Cachiros, un’organizzazione criminale che si occupa del traffico di droga nel paese centroamericano. I membri di questa associazione a delinquere reinvestono i proventi delle loro aziende farmaceutiche illecite in attività lecite al fine di ottenere una loro legittimità pubblica. Oltre ai Cachiros, in Honduras sono presenti i Mara Salvatrucha (MS-13) e i Barrio 18. Ci sono anche altre organizzazioni criminali esterne al paese, che fanno affari in Honduras come i cartelli messicani di Sinaloa, e dei Los Caballeros Templarios, e il cartello colombiano della Valle del Cauca.
A causa di questo clima di violenza, dal 13 ottobre scorso circa 20mila migranti prevalentemente honduregni, stipati in carovane si sono diretti negli Stati Uniti passando per il Messico per cercare una vita migliore. Anche lo scorso 10 aprile un‘altra grande carovana di migranti si è riunita al terminal della città di San Pedro Sula nel nord dell’Honduras. I migranti hanno così iniziato il loro viaggio verso ovest dell’Honduras per poi attraversare il Guatemala e poi il Messico. Questi nuovi flussi migratori si stanno verificando proprio nel momento in cui Trump vuole inasprire le politiche sull’immigrazione, arrestando i migranti senza documenti, che sono in forte aumento al confine con il Messico.
In Honduras la mancanza di separazione dei poteri tra la CSJ (Corte Suprema de Justicia de Honduras) il Congresso e l’esecutivo, è stata denunciata dalle opposizioni e dal movimento CADH (Citizen Action against Dictatorship of Honduras). Il potere è infatti concentrato nel CDNS (Consejo Nacional de Defensa y Seguridad) presieduto dallo stesso Hernández. Per il presidente honduregno adesso sarà importante ottenere un certo consenso internazionale senza provocare proteste come nelle scorse settimane.
I cittadini durante le manifestazioni protestavano contro le riforme dell’istruzione e della sanità promosse dal presidente honduregno. Il paese centroamericano è un alleato degli Stati Uniti, e per ottenere altre alleanze importanti ha deciso di permettere ad Israele di aprire un ufficio per la cooperazione a Tegucigalpa, conferendogli uno status diplomatico.
La necessità di ottenere il consenso internazionale diventa indispensabile per un presidente debole di legittimità come Hernández, in un paese come l’Honduras in cui molte zone del paese sono controllate da bande criminali, che occupano il posto di un governo corrotto e inefficace.