I coreani virano a destra, ma il centro è più importante

di Giancarlo Pappagallo

corea sudIl Korea Institute for Health and Social Affairs ha svolto un’indagine sull’appartenenza politica dei sudcoreani, registrando una diminuzione dei cittadini che si collocano tra i “liberal” (nella classica accezione anglosassone del termine) e una contestuale crescita dei moderati e dei conservatori.
L’indagine ha preso come punto di riferimento il triennio 2010-2013. Nel 2010 su circa 600 intervistati il 28,94% di essi si collocava tra i “liberal”, il 34,05% tra i moderati e il 30,46% tra i conservatori, la parte residua degli intervistati si collocava in aree politiche nettamente minoritarie. A distanza di tre anni, nel 2013, le percentuali dei “liberal” scendono al 24,10%, mentre i moderati e i conservatori salgono rispettivamente al 38,22% e al 34,75%. Il “centro” rimane, dunque, l’area politica più importante dell’elettorato sudcoreano.
corea votazioni fuoriSecondo gli analisti dell’Istituto che ha svolto l’indagine, l’erosione di consenso per la sinistra è determinata dalla grandi questioni della sicurezza nazionale, in primo luogo dalla preoccupazione per le minacce provenienti ormai a cadenza regolare dalla Corea del Nord. A ciò, vanno aggiunti l’avanzamento dell’età media della popolazione sudcoreana e la crisi delle nascite che, come in molti altri paesi, favorisce le forze politiche di centro e di centrodestra.
Attualmente, secondo il Korea Society Opinion Institute, il tasso di gradimento verso il Democratic Party (centrosinistra) è quotato circa 20 punti al di sotto del Saenury Party (centrodestra, attualmente alla guida del paese). Secondo gli analisti, il progetto avviato da Ahn Cheol-soo (un candidato “indipendente” delle scorse elezioni presidenziali, riformista), volto alla creazione di un nuovo partito, potrebbe favorire il recupero di una grossa fetta dell’elettorato attingendo alla vasta area politica del centro, che è notoriamente contraddistinta da un voto di opinione più flessibile e variabile, e attraendo al tempo stesso l’elettorato più “liberal”. In sostanza, se il centrosinistra vuole tornare alla guida del paese, deve guardare al centro.