I droni come arma del futuro

di Giovanni Caprara –

Drone reaperLa proiezione diplomatica e militare dell’Unione Europea è direttamente correlata allo sviluppo socio-economico e dunque alla produzione di beni e servizi fruibili dalle Forze Armate e dalla Governance europea. La base tecnologica su cui è possibile tale implementazione è sull’EDTIB, European Defence Technological and Industrial Base. Questa è principalmente composta da attori eterogenei sotto il profilo finanziario e nella catena del valore aggiunto. I principali contractors con capacità di produrre ed integrare piattaforme e sistemi d’arma sono: la BAE System, l’EADS, Finmeccanica e Thales. Nel quadro dell’EDTIB sono incluse aziende specializzate nei sistemi, sotto sistemi e componenti principali come l’Avio o la Rolls Royce, ed anche piccole e medie imprese, PMI, le cui peculiarità sono nei servizi piuttosto che nell’addestramento. Il mercato della Sicurezza e Difesa in Europa vale 90 miliardi di euro.
Difesa e Sicurezza sono diventate un connubio inscindibile a causa delle nuove minacce asimmetriche e delle missioni di peacekeeping, dove la protezione dei militari è altrettanto importante di quella riservata ai confini nazionali. Lo sviluppo dei sistemi d’arma che possano assolvere a questo duplice compito si è trasformata in una priorità per tutti gli attori globali. A livello settoriale, all’Aeronautica militare è riservato il 16% degli investimenti europei in materia di implementazione delle piattaforme ad alta tecnologia, dove nel rispondere ai nuovi requisiti richiesti per il contrasto agli attori asimmetrici, l’Europa ha voluto il programma MALE, un sistema aereo avanzato a pilotaggio remoto, che sarà progettato sinergicamente dall’Airbus Defence and Space, dalla Dassault Aviation e dall’Alenia. Una condivisione di investimenti ma soprattutto di interessi fra Italia, Francia e Germania. La finalità dei tre player è quella di garantire la sovranità, l’indipendenza e la gestione congiunta dell’intelligence. Un progetto che definirà meglio il quadro delle alleanze strategiche nel contesto dell’UE, infatti sarà necessario ottimizzare la condivisione di fondi per la ricerca e lo sviluppo in un periodo di crisi economica. Il progetto MALE promuoverà le tecnologie avanzate sostenendo la catena del valore europeo e garantendo l’occupazione nell’Industria della Difesa in Europa. L’Airbus Defence and Space è il principale gruppo aerospaziale europeo e conta circa 40.000 dipendenti con un fatturato annuo di 14 miliardi di euro. La Dassault Aviation è una realtà a livello mondiale in termini di sviluppo e progettazione con commesse ricevute da oltre 80 diversi paesi. Gli introiti si sono attestati ad oltre 4,5 miliardi di euro che garantiscono l’occupazione ad oltre 11.000 addetti. L’Alenia, società del gruppo Finmeccanica, impiega oltre 11.000 dipendenti nella progettazione, produzione e supporto integrato dei velivoli civili e militari. Nel 2013 ha ottenuto ricavi pari ad oltre 3 miliardi di euro, ordini per quasi 4 miliardi con un portafoglio che raggiunge i 9 miliardi di euro.
I droni, oramai assorti a sistema d’arma fondamentale per la difesa, sono in continua evoluzione sia tecnologicamente che numericamente: La Russia dedicherà loro la base di Anadyr, nel Circolo Polare Artico, e diventerà quella più a nord dell’Equatore. Gli Stati Uniti hanno testato l’X-47B, in grado di decollare ed appontare su una portaerei, il cui impiego sarà concentrato verso obiettivi di matrice terroristica. Il vantaggio fondamentale nel disporre di un velivolo con tali peculiarità, è quella di non dover dipendere dalle autorizzazioni di Paesi terzi per utilizzare le loro basi. Sempre gli USA, stanno implementando il programma LOCUST, Low Cost UAV Swarming Technology, che consiste in un lancio multiplo di 30 piccoli droni. Saranno dei velivoli ad ala fissa lanciabili da tubi montati su unità di superficie o su mezzi terrestri mobili. Il vantaggio fondamentale sarà quello di costringere l’avversario ad ingaggiare bersagli multipli piuttosto che uno singolo. La filosofia costruttiva è imperniata sul low cost, in quanto il piccolo UAV non sarà recuperabile, ed anche economicamente questa tattica avrà un vantaggio, soprattutto se paragonata all’eventuale perdita di un Reaper che vale oltre 15 milioni di dollari, o di un cacciabombardiere come l’F-35 il cui costo supera i 135 milioni di dollari. I test dei LOCUST sono in stadio avanzato e lo swarm dei 30 piccoli droni potrebbe essere operativo dal 2016. Nell’ambito del programma “smart defence” di cui fa parte l’Alliance Ground Surveillance, è stato coinvolto l’asset italiano di Sigonella, dove sono stati schierati 5 Global Hawk e 6 Predator. L’Aviation Industry Corp of China ha in programma la costruzione di droni low cost per competere sul mercato internazionale, entrando in un segmento dove vale l’interesse di tutti quei paesi che non possono accedere alla tecnologia più avanzata, ed ugualmente a quelli esclusi dall’Occidente. Il mercato globale dovrebbe registrare un volume di investimenti stimabile a circa 29 miliardi di dollari entro il 2020. La vulnerabilità dei velivoli cinesi è notevole rispetto a quelli statunitensi od israeliani, ma la necessità di possedere questo sistema d’arma ha convinto Nigeria, Pakistan ed Egitto ad ordinarne alcuni esemplari. Il mercato asiatico ha un trend di sviluppo che potrebbe portare la Cina a diventare il maggior produttore di UAV entro il 2023 in un con un budget dedicato di oltre 7 miliardi di dollari.
Il primo Unmanned Aerial System europeo dovrebbe essere operativo nel 2020.

Fonti:
Andrea Frontini, “Il consolidamento dell’industria della Difesa”. Panorama, 2013
Giovanni de Briganti, “France, Germany and Italy to launch european MALE program”. Defense-aerospace.com
Stefano Borgiani, “L’impiego dei droni dopo Patreus”. Affari Internazionali, 2012
Stefano Orsi, “Locust, uno sciame di droni a protezione della marina militare americana”. Dronezine, 2015
Alessio Marchionna, “Tutto sui droni”. Il Post, 2013
Redazione, “Le industrie unite per un drone italo-franco.tedesco”. Analisi Difesa, 2014
Michele Perri, “La guerra della Cina agli Stati Uniti sul mercato dei droni militari”. Formiche, 2015