I servizi segreti siriani e il ruolo che ebbe Alois Brunner

di Francesco Cirillo –

La guerra civile siriana ha raso al suolo l’apparato statale che il regime di Damasco aveva costruito. Nella tradizione degli stati del Medio Oriente il ruolo primario di garanti del potere centrale viene affidato ai servizi segreti. Attualmente il Mukhabarat, nonostante il conflitto, mantiene le redini del regime di Damasco. Nella storia della Siria infatti i servizi segreti hanno avuto un ruolo di particolare rilevanza nella gestione del potere a Damasco.
Il Mukhabarat (nome arabo per definire l’agenzia di Damasco) venne costituito inizialmente per iniziativa dei francesi che ne istituirono secondo uno schema ben preciso anche le strutture, seguendo una linea di gestione tribale e personalistica che poi avrebbe ha influenzato il ruolo delle diverse agenzie d’intelligence, che componevano il Mukhabarat stesso, all’interno delle gerarchie di Damasco. Dopo che Hafez al-Assad, padre dell’attuale presidente Bashar al-Assad, salì al potere grazie ad un golpe militare e sciita-alawita del partito Baath, la nuova leadership ha mantenuto la struttura statale attuando una forte centralizzazione del potere politico a favore del governo siriano.
Negli anni del regime. prima di Hafez e poi di Bashar al-Assad, i servizi segreti siriani erano gestiti da membri dei clan tribali fedeli al regime di Damasco. Questi avevano il compito di gestire gli equilibri interni e di reclutare nuove leve per le agenzie. Prima della guerra civile, scoppiata nel marzo del 2011, il regime degli al-Assad aveva garantito la rappresentanza di tutte le etnie che componevano il puzzle siriano, ed anche i servizi segreti di Damasco seguivano questa linea. Se la direzione centrale era affidata ad ufficiali alawiti, appartenenti al credo sciita come gli al-Assad, anche cristiani, armeni, copti e sunniti avevano la possibilità di dirigere alcune sezioni del Mukhabarat.

Il ruolo di Alois Brunner nello sviluppo del Mukhabarat.
Nella creazione e nell’evoluzione dei suoi servizi segreti, Damasco si avallò della consulenza di uno dei principali gerarchi nazisti, colpevole di essere il responsabile della macchina di deportazione verso il campo di sterminio di Auschwitz di migliaia di ebrei (56mila ebrei da Vienna, 43mila da Salonicco, 14mila dalla Slovacchia e 23 mila dalla Francia, dove diresse il campo di concentramento di Drancy): Alois Brunner (Adolf Eichmann, pianificatore dell’Olocausto insieme ad Reinhard Heydrich, lo definì “Era il mio uomo migliore”).
Alla fine della guerra riuscì a scappare al suo destino grazie alla condanna di un altro Brunner , scambiato per il gerarca austriaco. Prima si fece assumere come autista di camion per l’esercito statunitense; poi nel 1947, lavorò in una miniera di carbone a Essen, nella Germania occidentale (Renania Settentronale-Vestfalia). Nel 1953, utilizzando un passaporto falso, con il nome di Georg Fischer scappò in Egitto e l’anno dopo a Damasco, con l’ausilio del Gran Mufti di Gerusalemme Amin al-Hussein, fortemente filo-nazista e antisemita, che ebbe contatti con le alte sfere del regime nazionalsocialista come il capo delle SS Heinrich Himmler, durante la seconda guerra mondiale.
Nella capitale siriana ritrova Franz Rademacher, ex capo della Sezione ebrei del Dipartimento Germania D III del ministero degli Esteri del Terzo Reich, che lo assume con il nome Fischer nella sua azienda Orient trading company (Otraco). Gli anni che vanno dal 1954 al 1964 sono difficili da riassumere visto che il dossier Brunner, di 581 pagine, venne bruciato nel 1994 dal BND (Bundesnachrichtendienst, servizi segreti prima della Germania Occidentale e poi della Germania attuale). Il servizio segreto tedesco, durante un’intervista per il Der Spiegel, lo classificò come un increscioso incidente. Si vociferava che Alois Brunner (Georg Fischer) fosse stato un’informatore per il BND, questione che non dovrebbe sorprendere visto che il BND venne fondato da Reinhard Gehlen, ex nazista anche lui.
Nel 1961, mentre prendeva un pacco alla sede della posta a Damasco, perse un’occhio a causa di un pacco bomba probabilmente costruito dal Mossad, i servizi segreti israeliani). L’ex nazista capì di essere stato scoperto. Ma nel 1966 arrivò la svolta.
In quell’anno la Siria era sconvolta dall’ennesimo colpo di stato. Questa volta era l’ala militare del partito Baathista siriano che lo attuava contro la direzione politica del partito e quindi contro il governo stesso. Tra i militari golpisti c’è un generale dell’aeronautica siriana che mise Brunner sotto la sua protezione: Hafez al-Assad. Hafez, padre dell’attuale presidente Bashar al-Assad, diventò ministro della Difesa dopo il golpe del ’66. Durante la direzione del dicastero prese come consigliere “l’uomo migliore di Eichmann”, che aveva già rilasciato consigli al precursore dei servizi di sicurezza siriani, Abdel Hamid al-Sarraj. Nel 1971 Hafez prense il potere con un nuovo golpe e diventò presidente della Siria.
Con la consulenza di Brunner il nuovo presidente siriano sviluppò un’apparato di sicurezza e di repressione efficiente e quasi perfetto nell’adempiere il compito di proteggere il nuovo regime. Il Mukhabarat “brunneriano” diventò un’apparato altamente complesso, diviso in quattro agenzie principali che si ramificavano in diversi settori, divisioni e sezioni. Le quattro agenzie del Mukhabarat si sorvegliavano e si spiavano tra di loro; l’apparato creato da Brunner si fondava su un principio: controllare il paese tenendolo perennemente nel terrore.
Brunner venne mandato a Wadi Barada, una base dei servizi segreti, dove addestrava i futuri capi del Mukhabarat. Tra gli “allievi” di Brunner si annoveravano Ali Haidar, Ali Duba, Mustapha Tlass e Shafiqq Fayadh, tutti membri della corte ristretta del clan al-Assad e che hanno diretto le principali agenzie del Mukhabarat: sicurezza militare (Intelligence militare), la sicurezza politica (Intelligence politica), i servizi segreti generali (Direttorato generale dell’Intelligence) e la sicurezza dell’aviazione militare (Intelligence dell’Aviazione). Ogni agenzia aveva un quartier generale basato a Damasco e gestiva centri di detenzione e sezioni regionali presenti in ogni angolo del paese. In questi centri avvenivano torture ed interrogatori nei confronti dei nemici del regime doi al-Assad, sia uomini, sia donne che bambini.
Nadim Houry, che per oltre dieci anni ha studiato l’apparato di sicurezza siriano per la ONG Human Rights Watch, nella sua inchiesta “L’arcipelago della tortura”, che analizza le tecniche di tortura del Mukhabarat, spiega in quasi ottantuno pagine che gli agenti siriani utilizzano 38 tecniche di interrogatorio. Tra questi c’è la kursi alamani, la “sedia tedesca”. La sedia tedesca è dotata di cinghie che permettono di legare la vittima per tirargli il dorso fino al punto di spezzarlo. In altre versioni si aggiungono alcuni coltelli utilizzati per lacerare le carni via via che la sedia viene inclinata.
Robert Fisk, corrispondente per il Times e poi per l’Indipendent per il Medio Oriente, nel suo libro Il Martirio di una Nazione racconta che Fischer-Brunner, dopo l’ennesimo bicchiere, rivelò ad un amico di aver istruito i servizi siriani all’uso di altra macchina da usare negli interrogatori: la dullab.
Dullab in arabo significa copertone, era una ruota dove veniva legato il prigioniero e frustrato con cavi elettrici. Poi si spruzzava acqua sulle ferite con una pompa per riaprirle ad intervalli regolari.
Sull’efficienza del Mukhabarat, Nadim Houry, commenta di essere impressionato dal rigore con cui il servizio segreto, nonostante la guerra in corso, continua ad arrestare, torturare, firmare rapporti ed accumulare diverse carte; inoltre afferma che il Mukhabarat ha un sistema di archiviazione impressionante con agenti determinati. Nel Mukhabarat, secondo Houry, ci sono state pochissime diserzioni.
Un siriano, ex membro della cerchia ristretta degli al-Assad e ufficiale di alto grado dei servizi di sicurezza, ma che è fuggito dopo lo scoppio della guerra, ha affermato che il Mukhabarat è un macchina per la sopravvivenza e che quando non c’è una direzione, quando crolla lo stadio delle cose, chi esegue gli ordini si concentra sui punti di riferimento, che per il Mukhabarat sono due: arrestare e torturare.
Verso la fine degli anni Ottanta Austria, Germania Est e Francia hanno fatto pressione su Damasco per ottenere l’estradizione di Brunner. Lo stesso regime, che fino a quel momento lo aveva protetto, decise di trattarlo da prigioniero, come merce di scambio. Nel 1988, secondo documenti della Stasi (i servizi della Germania Orientale), la Siria era sul punto di estradare Brunner in cambio di cospicui accordi economici, ma poi tutto saltò. Brunner morì nel 2001. Il suo corpo, lavato secondo l’usanza musulmana, venne sepolto con grande discrezione nel cimitero al-Afif di Damasco. Non si pentì mai dei crimini compiuti e rimase nazista fino alla fine.
Nel 2000, alla morte del dittatore Hafez, al-Assad il figlio Bashar, succedette al padre. Il nuovo presidente Bashar al-Assad ereditò l’apparato repressivo voluto dal padre e uno stato retto, fino a quel momento, con il pugno di ferro, politica che continuerà anche con il figlio. Il Mukhabarat non smise di perfezionarsi e il servizio di sicurezza, fino al 2011, controllava ogni minimo particolare della vita quotidiana dei siriani.
La guerra civile siriana, che dal 2011 sta radendo al suolo la Siria, è in parte, colpa di Alois Brunner. In poche parole Brunner ha distrutto due popoli: gli ebrei e il popolo siriano.
Nel 2001 la giustizia francese ha condannato in contumacia Alois Brunner all’ergastolo per l’arresto e la deportazione su treni bestiame verso i campi di sterminio di Auschwitz e di Bergen-Belsen di 345 orfani della zona di Parigi dei quali solo 61 si salvarono.

La struttura del Mukhabarat.
I servizi segreti di Damasco sono suddivisi in quattro sezioni. Le branche mantengono collegamenti che passano attraverso la presidenza siriana e il partito Baath. Le principali quattro sono l’Intelligence dell’aviazione, l’Intelligence militare, il Direttorato generale dell’Intelligence e l’Intelligence politica. Ogni sezione gestisce diversi settori e reparti.
Le intelligence militare e quella politica sono le costole dure del regime siriano; a loro va il compito di gestire i rapporti con la popolazione. Le loro divisioni gestiscono i centri che adempiono agli interrogatori, le cellule e le unità speciali. Le unità, quasi sempre “miste”, hanno il compito di raccogliere informazioni specifiche sul terreno.
La quarta, cioè l’intelligence politica, utilizza agenti e informatori che riescono ad infiltrarsi perfettamente nella società siriana. Si pensa che tra agenti operativi e informatori occasionali e permanenti almeno un siriano su venti “lavori” a stretto contatto con l’intelligence politica siriana.
I quattro settori del Mukhabarat sono presenti in tutte strutture organizzative delle forze armate siriane. Qui i suoi agenti raccolgono informazioni, dati sul personale militare, sulle loro famiglie e sul clima politico siriano.

1° Settore: l’Intelligence dell’Aviazione.
Colonna portante del regime alawita degli al-Assad, padre e figlio, è l’Intelligence dell’Aviazione (Hafez proveniva dall’aeronautica militare di Damasco). Il settore dell’Aviazione è formato dal Reparto amministrativo, da un Settore informazioni, un Reparto interrogazioni, un Settore aeroporti, il Reparto Operazioni e il Reparto Operazioni Speciali.
Il Settore informazioni gestisce il controllo del web e ha il compito di analizzare eventuali minacce nei confronti del regime, sorveglia i gruppi politici e religiosi. Il Reparto Interrogazioni e la struttura centrale per tutte le agenzie per la gestione degli interrogatori di possibili sovversivi e nemici del regime. Nonostante ciò ogni settore ha la propria “divisione” di “inquisitori”. Il Settore aeroporti ha il dovere di garantire la sicurezza della scorta aerea del presidente, organizza le sue visite all’estero e i suoi tour in Siria. Il Reparto Operazioni ha il compito di attuare azioni per proteggere il paese, di organizzare operazioni all’estero e all’interno della Siria e gestire i rapporti con i servizi segreti stranieri. Infine il Reparto Operazioni Speciali coordina le altre agenzie quando si tratta di attuare la mano pesante del regime senza dare nell’occhio.
Le sei divisioni che appartengono all’intelligence dell’Aviazione, hanno tutte una sede nella capitale siriana Damasco e gestiscono le loro filiali presenti in tutti i governatorati del Paese.

2° Settore: Intelligence Militare.
Il secondo Settore è quello dell’Intelligence militare. Con sede a Damasco ogni reparto gestisce un comando regionale. La suddivisione dei reparti è indicata con delle cifre. Il quartier generale e settore amministrativo è il reparto 291; Il reparto 293 coordina il controllo degli ufficiali, il direttore del 293 ha un collegamento diretto con il presidente siriano Bashar al-Assad; il reparto 294 controlla le divisioni militari dell’esercito, escluso la Difesa aerea e l’Aviazione, ed elabora i rapporti dedicati al combattimento per le unità e valuta la fedeltà degli ufficiali delle forze armate verso il regime. L’Intelligence militare oltretutto coordina le operazioni della Palestine Branch, conosciuto come reparto 235. La 235 coordina le operazioni di intelligence anti-israeliane e supporta le operazioni delle fazioni armate appartenenti alla resistenza palestinese; inoltre si occupa di sorvegliare i movimenti dei gruppi islamici jihadisti e controlla i rifugiati palestinesi.
Il reparto 211 monitora i movimenti dei social network, raccoglie le notizie di quei siti anti-regime e censura quelli più pericolosi alla stabilità politica di Damasco. Con il 211 coopera il reparto 225 che monitora le telecomunicazioni. Il reparto 248 si occupa di interrogare i testimoni, rilevanti per Damasco. Il 248 si coordina con quello dell’Aviazione. I reparti 215 e 216 attuano blitz su target riservati. Infine il reparto 220 opera solamente sulle Alture del Golan, a pochi metri dalle linee sorvegliate dall’esercito Israeliano.

3° Settore: Direttorato Generale dell’Intelligence.
Il Direttorato Generale ha la scopo di sorvegliare i gruppi anti-Assad, lavorando a stretto contatto con le altre agenzie.
La sezione 111 ha compiti amministrativi e ospita il quartier generale. La sezione 251 ha il compito di monitorare i gruppi politici, religiosi ed armati che si oppongono al regime. La 251 lavora con l’intelligence dell’aviazione per investigare e prevenire atti terroristici anti-Assad e anti-alawiti. La sezione 255 coordina la propaganda politica del regime. La 279 è la sezione che deve coordinare tutti i reparti dei servizi segreti siriani e creare contatti tra i servizi di Damasco con le altre agenzie estere, sia dei paesi alleati della Siria sia suoi nemici.

4° Settore: Intelligence Politica.
Come descritto all’inizio, il quarto settore è costituito dall’Intelligence politica, settore che deve raccogliere le informazioni e i sentimenti della popolazione siriana e la loro fedeltà al presidente al-Assad.
L’intelligence politica ha le seguenti divisioni: la divisione prigioni lavora nelle prigioni del regime con il compito di reclutare informatori e uomini da infiltrare nei movimenti anti-regime. La divisione permessi che deve rilasciare autorizzazioni commerciali per il possesso di televisori, radio e per la gestione di siti internet. La divisione per il monitoraggio dei rischi, con il compito di sorvegliare i cittadini ed inquadrarli secondo le loro caratteristiche sia professionali sia ideologiche. L’Intelligence politica si conclude con la divisione addestramento che ha il compito di selezionare, addestrare e motivare gli informatori civili per gli interrogatori non violenti e per le “operazioni psicologiche”.