Il Ciad come potenza regionale dell’Africa centro-occidentale

di Francesco Cirillo

Ciad mappaIl Ciad, paese dell’Africa centro-occidentale, sembra diventato il maggior interlocutore politico della zona per Parigi e per gli Stati Uniti. Il paese è governato da Idriss Déby dal 1990 e sta acquisendo un ruolo di potenza nell’area sconvolta dalla crisi maliana e da quella del Centrafrica.
Si tratta di una nuova era quella di N’Djamena come interlocutore di Stati Uniti e di Francia in una zona complessa e di solito sconvolta da rovesci di potere e da conflitti etnici e religiosi. La crisi del Mali in cui i jihadisti avevano preso il controllo della parte settentrionale del paese rischiava di contagiare i paesi vicini, per cui la Francia, ex-potenza coloniale, era intervenuta con una cospicua forza militare per contrastare l’avanzata del Mnla, di al-Qaeda Aqmi e dell’Ansar Dine; in seguito il Ciad decise di inviare una forza di mille uomini al fianco dei francesi nel quadro di una coalizione di paesi africani comprendenti Niger e Camerun.
La lotta di Boko Haram si è intensificata negli ultimi anni in Nigeria ed è sconfinata in Camerun, dove però è stata prontamente respinta.
N’Djamena è inoltre intervenuta militarmente insieme a Camerun, Niger, Benin e Nigeria operando tra presso il confine nigeriano-camerunese per contrastare la presenza dei jihadisti del Boko Haram.
Il caos scoppiato a causa del Boko Haram in Nigeria e in Camerun ha dato la possibilità al Ciad di Déby di relazionarsi come nazione militarmente pronta e politicamente stabile in una zona dell’Africa sconvolta da tre crisi attorno al paese africano: la crisi maliana del 2012-2013; la guerra civile in Sud Sudan scoppiata nel 2013 e tutt’ora in corso; la lotta contro il Boko Haram e la debole e ritrovata stabilità della Repubblica Centrafricana.
Déby è riuscito a dialogare con tre nazioni che hanno diversi interessi nella regione: Cina, Stati Uniti e Francia. Con la Cina il presidente ciadiano ha aperto canali soprattutto per lo sfruttamento delle risorse petrolifere del paese a favore di ingenti investimenti che Pechino ha canalizzato in Ciad, in particolare nelle realizzazione di infrastrutture adeguate e quindi facendo diventare la Cina il maggiore attore economico del paese, nonostante le crescenti tensioni su questioni ambientali riguardanti lo sviluppo del settore petrolifero abbiano oggi portato a un raffreddamento dei rapporti bilaterali. Dal 2013 il Ciad ha assunto un ruolo fondamentale per Parigi che cerca nella “Franciafrica” un partner affidabile e stabile: la politica francese in Africa vede nell’importanza dei rapporti con le ex colonie la possibilità di proteggere i propri interessi in Africa centro-occidentale. N’Djamena, con l’appoggio di Parigi, ha dunque assunto un ruolo centrale nella lotta al terrorismo islamico in Africa e il comando militare di Barkhane, l’operazione di anti-terrorismo ideata e lanciata dalla Francia in seguito all’operazione Serval (con il sostegno di Mali, Niger, Burkina Faso, Mauritania e Ciad), con sede proprio nella capitale ciadiana suggellando il successo di Déby nella sua politica estera.
Deby idris grandeLa fine della guerra civile nella Repubblica Centrafricana ha dato al Ciad la possibilità, grazie al supporto di Parigi, di intervenire nel paese centrafricano inviando i militari sotto l’insegna dell’Unione Africana nel contesto di una forza multinazionale che vede coinvolti Camerun, Gabon, Guinea Equatoriale e Congo.
La stabilità del Ciad è un successo del presidente Déby che ha sempre sconfitto gli oppositori e i tentativi di colpi di stato, l’ultimo nel 2013. Questo ha dato la possibilità a Idriss Déby di far diventare il Ciad potenza regionale attraverso accordi diplomatici con la Francia, che ha una base militare nel paese; con Washington è in atto la collaborazione nella lotta al terrorismo di matrice islamica; con Pechino sono in essere accordi economici strategici.
L’attivismo di Idriss Déby a tutto campo, il suo abile tatticismo politico, la sua indubbia capacità militare, tengono sotto controllo le diffidenze della comunità Internazionale, indeboliscono le tensioni interne, neutralizzano le insurrezioni armate e i tentativi di colpo di stato che pure si sono susseguiti con una certa frequenza in questi anni. È così che N’Djamena, la capitale, è diventata una sorta di dispositivo capace di capitalizzare come risorsa politica ogni difficoltà dei Paesi confinanti.