Il “Desi” e la cattura di al-Baghdadi. Ma è una fake news

di Notizie Geopolitiche – 

Sembra che il defunto leader di al-Qaeda, Osama Bin Laden, ed il Califfo Abu Bakr al-Baghdadi, capo dello Stato Islamico (Isis), abbiano qualcosa in comune: nove vite come i gatti.
Dopo le decine di bufale sulla sua uccisione/cattura, sta spopolando infatti in queste ore l’ennesimo annuncio dell’arresto di al-Baghdadi, uno scoop che dovrebbe finire sulle prime pagine dei giornali di tutto il mondo.
L’uomo più ricercato del pianeta, stando ad alcune “fonti”, sarebbe infatti nelle mani dei russi che lo starebbero interrogando: curiosamente a dare la notizia sono però solo pochi media e nemmeno tra i più noti.
L’annuncio viene infatti diffuso sul sito del “Baghdad Post”, il quale ha ripreso la notizia da un comunicato del Desi, ossia il “Dipartimento (di quale istituzione non è chiaro) Europeo Sicurezza Informazioni” il quale, nonostante il nome altisonante ed un logo che ricorda vagamente il simbolo dell’Alleanza Atlantica, altro non è che una Onlus con sede a Teramo.
Nel comunicato shock dal titolo: “Esclusiva (DESI): ‘il Califfo dell’ISIS Abu Bakr al-Baghdadi arrestato dai Russi in Siria’” si legge che l’“Ufficio Informazioni del Segretario Generale del Desi”, basandosi su non meglio specificate “Informazioni dettagliate”, avrebbe appreso della cattura di al-Baghdadi in seguito alla sua fuga da Mosul.
La notizia al “DESI” è stata fornita da Haissam Bou Said, già espulso dal Desi nel giugno 2016 “in maniera definitiva e permanente” (si legge sul sito) anche per aver usurpato titoli di ambasciatore e ministro “come contestato anche dall’Unione Europea in una lettera pervenuta il 28 aprile 2016 al Desi”, ma a quanto pare riammesso con tutti gli onori.
Benché la notizia non sia stata confermata da nessuno (quasi certamente si tratta dell’ennesima bufala, diffusa senza dubbio in buona fede), il Baghdad Post ed una manciata di altri quotidiani online italiani hanno prontamente riportato il fatto, scatenando (con tutta probabilità inconsciamente) l’ennesima ondata di quella disinformazione che ormai caratterizza internet e principalmente i social network; dopotutto è sufficiente un titolo sensazionalistico per interrompere la noiosa routine dell’internauta medio… per quanto una “fake news”, come la si chiama oggi, porti visibilità ma rischi di essere dannosa, e non solo per l’informazione in generale.