Il triangolo dei Fratelli Musulmani: Turchia, Libia e Qatar

di Vanessa Tomassini

La Fratellanza Musulmana (Fm) nasce in Egitto nel 1928. Fin dalla sua fondazione da parte di Asan al-Banna, i Fratelli Musulmani sono stati autori di stragi politiche e tentati colpi di Stato, per i quali sono dichiarati fuorilegge e riconosciuti come organizzazione terroristica da gran parte dei Paesi arabi come Bahrain, Egitto, Siria, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Tagikistan e Uzbekistan, ma anche dalla Russia. Di recente anche il presidente degli Stati Uniti ha più volte speso parole dure nei confronti della Fratellanza, al contrario del più moderato suo predecessore, Barack Obama, che si è limitato a parlare di islamismo. Godono invece di cospicui finanziamenti e protezione più o meno esplicita da parte dei governi di Turchia e Qatar, i quali sono divenuti, con l’insediamento di al-Sisi al Cairo, il loro porto sicuro. I Fratelli Musulmani costituiscono una delle più importanti organizzazioni islamiste internazionali con un approccio di tipo politico all’Islam. La differenza tra i Fratelli Musulmani e il sedicente Stato Islamico è l’inganno, con cui la Fratellanza riesce a prendere il controllo delle articolazioni di un Paese, per poi alzare la spada contro i suoi oppositori politici ed altri personaggi a loro scomodi. Esattamente come Daesh si oppongono alla secolarizzazione delle nazioni islamiche in favore di un’osservanza più ligia ai precetti del Corano, al fine di unire le nazioni islamiche liberandole dagli invasori imperialisti stranieri, ma in maniera subdola, più moderata; attraverso la politica tradizionale, l’insegnamento e il controllo della sanità e delle attività sociali in genere, oltre l’organizzazione di incontri di preghiera e di spiritualità.
In molti, soprattutto in Libia, ritengono che il movimento sia invenzione dei servizi segreti inglesi, con i quali a partire dal 2004 Cia e dipartimento di Stato americano avrebbero provato a destabilizzare i regimi laici arabi sostituendoli con i Fratelli Musulmani fino alla cosiddetta Primavera araba del 2011. In molti ritengono che sia stata proprio l’apertura del figlio del rais, Saif al-Islam Gheddafi, verso gli esponenti della Fratellanza libica, avvenuta alle spalle del padre, l’origine delle ribellioni e della conseguente guerra civile. Mohamed Sowan, presidente del Partito Giustizia e Costruzione, che rappresenta la Fm in Libia, era stato imprigionato durante gli anni della Jamahiriya di Muhammar Gheddafi, fino al 2006. In diversi sostengono, in primis lo stesso Saif al-Islam, che questo movimento, ricevendo supporto non solo economico ma anche militare dal Qatar, sia divenuto nel corso degli anni fuori controllo. Come accaduto in Egitto quando i Fratelli musulmani raggiunsero il potere e nominarono jihadisti e terroristi in vari ministeri ed altri divennero consiglieri dell’ex presidente Muhammad Morsi, anche in Libia la Fm ricopre posizioni di rilievo all’interno del governo di Accordo Nazionale e in altri apparati dello Stato. Spesso i Fratelli Musulmani si coalizzano con i gruppi terroristici e jihadisti, sostenendo così il dominio della Fratellanza contro gli oppositori con la promessa di applicare la sharia, ma soprattutto di lasciare i terroristi liberi di agire ed organizzarsi nel Paese come accade nella Turchia di Erdogan. È proprio a Istanbul che studiano i figli di molti leader della Fm libica, è sempre qui che hanno sede canali di lettura e broadcasting dei canali dei Fratelli, che si propongono al mondo come movimenti moderati ed emancipati.
Il vero leader della Fm libica è Ali Muhammad (Mohammed) al-Salabi, il quale, cresciuto in Libia ma residente in Qatar, è stato posizionato al n. 23 nella lista stilata da Emirati Arabi Uniti, Egitto, Arabia Saudita e Bahrein dei terroristi legati al Qatar. Ali al-Salabi è nato nel gennaio 1963 nella città di Bengasi e la sua famiglia ha origini turche. Controlla alcune milizie armate in Libia ed è descritto come “Qaradawi Libia”. Ha anche forti legami con il gruppo dei combattenti islamici libici, meglio conosciuto con la sigla Lifg o come al-Jama’a al-Islamiyyah al-Muqatilah bi-Libya, un gruppo armato terroristico fondato negli Anni ’80 dai mujaheddin libici veterani della guerra tra Unione Sovietica ed Afghanistan. al-Salabi ha anche importanti investimenti con il suo emiro, Abdelhakim Belhadj. Salabi e Belhadj sono i principali sostenitori delle milizie libiche, comprese quelle legate ad al-Qaeda in Libia, che sono incluse nelle sanzioni statunitensi e internazionali. Fu coinvolto negli attentati delle chiese egiziane ed è il principale sponsor degli estremisti, sia del Boko Haram in Nigeria che in Mali; con l’aiuto di Rashid Ghannushi e con i fondi del Paese contribuì a inviare estremisti in Siria e in Iraq attraverso la Turchia ed ora li chiama a tornare in Libia. Organizza campi a Misurata e Sabrata per addestrare gruppi estremisti provenienti dall’Africa, dall’Egitto e dalla Tunisia, addestrandoli per assassinii e bombardamenti.
Dal 2011 il Qatar ha fornito la maggior parte delle armi e il sostegno alle milizie libiche attraverso Ali al-Salabi e suo fratello Ismail Mohammed al-Salabi, un capo delle brigate di difesa di Bengasi associate all’organizzazione Ansar al-Sharia in Libia (Asl), ossia “Ausiliari della Sharia in Libia“: una formazione terroristica armata jihadista e takfirista araba sunnita. L’organizzazione, legata ad al-Qaeda, è nata nel 2011 ed è diventata operativa dal giugno del 2012. Tra i suoi leader iniziali si ricordano Khalid al-Madani, anche conosciuto con il nome di Abu Khalil al-Sudan e Muhammad al-Zahawi, la sua base principale è a Bengasi e dispone di circa 5mila militanti. In precedenza era nota come Brigata dei martiri del 17 febbraio, o come brigata Abu Ubayda ibn al-Jarrah, o come brigata Malik.
Oltre a Sowan, alcuni degli assistenti di al-Salabi sono: Hussein al-Dawadi, leader del decano del gruppo di combattimento islamico libico del comune di Sabratha; Muhammad Abujailah, leader del membro della Fratellanza Musulmana Libica di Dar al-Ifta; l’ufficiale Mustafa Al-Circassi, a capo dei ribelli del Consiglio della Shura di Bengasi; lo sceicco Ahmad al-Hasnawi, leader del gruppo combattente islamico libico ed il più pericoloso dei suoi aiutanti; Ibrahim bin Ghashir, presidente del Concilio degli anziani di Misurata; Hamza Abu-Faris, leader dei Fratelli Musulmani, vice mufti del Diwan libico; Mahdi al-Harati, un irlandese di origine libica, il quale ha trasportato il gas sarin dalla Libia alla Siria attraverso la Turchia per ordine di Ali al-Salabi, e Muhammad Qunaidi, comandante della divisione di intelligence militare dello stato maggiore. al-Salabi ed altre figure politiche legate alla Fm avrebbero attività di riciclaggio non solo in Turchia, ma anche in Italia, a Milano, a Londra e ad Atene. Inoltre quasi tutti i Fratelli hanno spostato i loro conti bancari dalla Libia in Turchia e in Qatar.