Incesto. Un’Europa unica. Con leggi in antitesi

di C. Alessandro Mauceri –

allegoria di venereSorprende è la rapidità e il motivo per cui alcuni capisaldi le cui origini non sono solo culturali ma, prima di tutto, pratiche e scientifiche, stanno crollando.
Nei giorni scorsi in Germania il Consiglio nazionale per l’Etica, invitato ad emettere il proprio parere in relazione al caso di un uomo che ha avuto quattro figli con la propria sorella, ha dichiarato che i rapporti tra adulti che liberamente si scelgono non dovrebbero mai essere puniti, nemmeno quando si tratta di parenti stretti o strettissimi. Anzi, visto che il caso si riferiva al rapporto tra un adulto ed una minorenne, anche quando uno dei due non sia adulto. Il Consiglio, con una maggioranza di 14 voti favorevoli contro 9 contrari, ha così aperto una lunga diatriba sulla depenalizzazione dell’incesto.
Dilemma che in Germania è oggetto di dispute politiche non da oggi, ma da anni. La stessa Corte costituzionale tedesca, non molto tempo fa, aveva definito l’incesto lesivo del diritto fondamentale alla protezione della famiglia e aveva condannato a tre anni e un mese di reclusione un 36enne di Lipsia che, da una relazione con la sorella aveva avuto quattro figli. Condanna che era stata anche confermata dalla Corte Europea dei diritti dell’Uomo (che ha respinto il ricorso del condannato).
La nuova sentenza del Consiglio potrebbe aprire nuove prospettive. Ma ancora poco chiare. La Germania potrebbe decidere di depenalizzare l’incesto, come hanno già fatto Francia e Spagna dove l’incesto non è reato. Oppure potrebbe annullare la decisione del Consiglio e confermare che, in Germania, l’incesto continua ad essere reato. O ancora potrebbe adottare una sorta di mediazione diplomatica (gradita sia al partito di Angela Merkel che ai socialdemocratici) per depenalizzare l’incesto a patto di mettere in guardia i protagonisti di queste relazioni circa i rischi cui andrebbero incontro nel caso dovessero mettere al mondo dei figli.
Il problema è che in Europa non esiste affatto una visione unitaria del problema. In Italia, ad esempio, l’incesto è considerato reato penale (art. 564 codice penale) e chi lo commette è condannato alla reclusione da uno a cinque anni. Lo stesso avviene in Austria, in Danimarca, in Finlandia, in Polonia, in Romania e nel Regno Unito. In altri Paesi, invece, i rapporti tra consanguinei sono considerati legali, come in Francia, in Spagna o nei Paesi Bassi e in Portogallo. In Irlanda esiste una legge contro l’incesto fin dal 1908, ma questa farebbe riferimento solo ad “alcuni” tipi di rapporti, lasciando un vuoto normativo nel caso di altri rapporti. Esistono poi Nazioni dove si è deciso di fare ricorso a cavilli per decidere su questo argomento, come in Svezia dove l’incesto è proibito, ma i fratellastri possono sposarsi, sebbene con una speciale approvazione legislativa. E pare che la Germania, con l’ultima decisione del Consiglio nazionale per l’Etica, abbia deciso di seguire questa strada: l’incesto potrebbe essere consentito tra antenati e discendenti in linea diretta, sebbene a certe condizioni, oppure, come già avviene in altri Paesi, la legge potrebbe continuare a vietare l’incesto ma non sarebbe più applicata a patto che a commettere il reato siano adulti consenzienti.
Al di là delle ovvie considerazioni morali, il problema delle unioni tra consanguinei dimostra che, al contrario di quanto vorrebbero far credere molti, l’Unione Europea non è affatto un’”unione”. I pareri in molti campi sono spesso molto discordanti.
Forse la verità è che oggi chi scrive le leggi, ha perso di vista quali erano i veri motivi per cui, in passato, erano stati imposti certi divieti (non si trattava di limitare la libertà dell’uomo, ma di voler evitare problemi ben maggiori).

Nella foto: Agnolo Bronzino, Allegoria di Venere, dettaglio, 1545