Intervista. Biancofiore, ‘Le pmi costruzioni hanno tutte le potenzialità. Lo dimostreremo anche in Iran’

a cura di Enrico Oliari

Biancofiore gerardoAl di là delle polemiche sulle statue coperte, che poco interessa la nostra testata, la visita del presidente iraniano Hassan Rohani a Roma dello scorso 25 gennaio si è stradotta con la firma di accordi di scambi commerciali per un valore di 17 miliardi di euro
L’Italia, che ha tenuto aperte le relazioni diplomatiche anche nei momenti più difficili per la Repubblica Islamica, si trova in pole position nella corsa agli investimenti, ora che l’era delle sanzioni è giunta al termine.
Sul piatto non ci sono solo l’energia (l’Iran è il secondo detentore di riserve di gas) e gli 80 milioni di consumatori, bensì anche infrastrutture, servizi, ricerca e turismo, ma si potrebbe spaziare per ogni settore produttivo, compreso quello delle costruzioni edili.
Abbiamo chiesto l’opinione di Gerardo Biancofiore, presidente del gruppo Piccole e medie imprese dell’Associazione nazionale costruttori edili (Ance):

– Dott. Biancofiore, in occasione della visita del presidente iraniano Hassan Rohani a Roma si è parlato di scambi commerciali e di importanti possibilità di investimento in Iran non solo per le grandi aziende, ma anche per le pmi: ritiene che il mercato iraniano possa essere appetibile per i piccoli e medi costruttori italiani?
“Certamente. Parliamo di un grande paese in cui per anni le relazioni economiche e commerciali con l’occidente hanno subito un drastico contenimento. Al di là delle stesse sanzioni, a incidere sul fenomeno è stata una forte contrapposizione ideologica e politica. Le intese conseguite di recente, in tale senso, aprono scenari nuovi di collaborazione che possono favorire in primo luogo realtà come l’Italia, che con l’Iran è legata da motivi storici e culturali, oltre che economici. La piccola e media impresa italiana del settore delle costruzioni è estremamente qualificata e competitiva e ha quindi ampi margini di intervento, affiancando le imprese top player del settore”.

– Lei spiega in un comunicato che “L’Italia delle costruzioni è molto amata in Iran”: in base a quale esperienza porta quest’affermazione?
“Basta ricordare che già alla fine dello scorso anno l’associazione iraniana delle imprese del settore, assieme a una delegazione governativa di quel Paese, ha incontrato una rappresentanza di circa 150 imprese dell’Ance. L’apprezzamento e l’interesse per l’eccellenza delle nostre realizzazioni è notevolissimo. D’altro canto, dai porti agli aeroporti, dagli ospedali allo stesso sviluppo della viabilità su ferro, sono tanti i fronti per i quali l’Iran è interessata a investimenti esteri. Cercheremo di utilizzare questa opportunità, nel reciproco interesse”.

– Che sfide vi proponete come pmi sull’Iran?
“Direi che la grande sfida, quella che nei fatti stiamo vincendo come Ance, è di dimostrare che c’è spazio all’estero anche per le piccole e medie imprese del settore costruzioni. In Iran, così come per altri paesi verso i quali abbiamo indirizzato diverse, recenti missioni. Le pmi italiane del comparto costruzioni devono accrescere i loro fatturati esteri. Ne hanno tutte le potenzialità, lo dimostreremo anche in un grande paese come l’Iran”.

– La missione del Governo in Iran è stata dedicata ai settori delle infrastrutture e costruzioni e dell’energia: che aspettative si pongono le piccole e medie imprese e che ruolo avrà l’Ance?
“L’aspettativa è di contribuire a innescare una nuova stagione di sviluppo in una terra cui ci legano antiche tradizioni, con il valore aggiunto della creatività, della professionalità e la laboriosità di imprese che dimostrano come anche in edilizia si possa parlare di una qualità tipica del prodotto italiano, di un vero e proprio Made in Italy”.

– Volendo fare un bilancio della presenza delle imprese italiane all’estero?
“Le grandi imprese italiane sono presenti in 91 paesi e in cinque continenti, così come le Pmi che arrivano ovunque per la loro velocità e alta specializzazione, ma soprattutto perché si sanno adattare e sanno approcciarsi ai nuovi mercati.
Quando arriviamo nei paesi, oltre a ascoltare i rappresentanti locali e gli imprenditori, noi dell’Ance organizziamo incontri ‘b2b’ con le imprese del posto per creare delle vere e proprie partnership. In quest’ottica è sempre fondamentale il gioco di squadra tra imprese e istituzioni italiane, poiché non sempre è facile poter cogliere le opportunità di business nei paesi limitrofi. Il sistema Italia non ci aiuta e neanche il sistema finanziario e bancario. Abbiamo molte criticità rispetto agli altri paesi. Per esempio manchiamo di banche che supportano le imprese per le fideiussioni o assicurazioni. Stiamo facendo un grosso lavoro ma facciamo ancora fatica.
Il mercato estero ha assunto un ruolo centrale per le imprese italiane. L’industria italiana delle costruzioni è una delle più importanti, avanzate e apprezzate al mondo. L’internazionalizzazione delle nostre imprese è motivo di grande orgoglio. La vera sfida è la presenza di aziende della Pmi sui mercati esteri anche attraverso politiche che incentivano il settore. In quest’ottica l’Ance, grazie ad un accordo con ministero degli Esteri, ha dimostrato per prima la voglia e necessità di portare avanti missioni ‘di sistema’, insieme ai governi, le imprese, i gruppo assicurativo-finanziario come Sace a altri attori importanti. Le imprese che si presentano all’estero supportate dalle istituzioni, e sotto una visione più integrata di sistema, hanno più forza per vincere le sfide e incrementare la loro internazionalizzazione”
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