Iran. Dilaga la protesta, ‘pensate a noi e non alla Siria’

di Enrico Oliari –

Si allarga la protesta antigovernativa in Iran dovuta ad un malcontento diffuso soprattutto per il caro vita ma anche per l’alto stato di corruzione a tutti livelli. Ad essere interessate sono diverse città del paese, ma se in un primo momento le manifestazioni erano in qualche modo tollerate, ora la reazione del governo è durissima, con decine di arresti ed addirittura vittime; i pasdaran (“Guardiani della Rivoluzione”) hanno aperto il fuoco sui gruppi di oppositori a Doraud, nella parte centrale dell’Iran, uccidendo alcuni manifestanti.
Le autorità continuano a parlare di manifestazioni illegali animate da emissari di potenze nemiche, ma la realtà è molto più semplice, si tratta di proteste contro un regime teocratico che ormai ha fatto il suo tempo.
Il governo ha organizzato ieri una manifestazione pro-regime nella capitale, ma ormai la protesta dilaga in tutto il paese: qualcuno ipotizza che siamo davanti a una nuova primavera araba, cosa che in passato alcuni analisti hanno fatto notare che in Iran sarebbe scoppiata grazie agli smartphone. Difatti nel tentativo di contenere la protesta le autorità hanno bloccato l’accesso a Internet dai telefoni cellulari, almeno a Teheran.
Gli slogan scanditi dai manifestanti sono “Abbasso il carovita”, “Abbasso Rohani”, “Abbasso il dittatore”, “Fuori dalla Siria, pensate a noi”, “No Gaza no Libano, io sono iraniano”, e perlopiù si tratta di proteste spontanee, che il regime chiude da una parte ma si aprono dall’altra. Sedi di istituzioni governative, come banche e biblioteche, sono state attaccate dai manifestanti scesi in diverse città iraniane, ed immagini della guida suprema Ali Khamenei sono state bruciate a Teheran e in altre città.
Per il presidente Usa Donald Trump, contrario all’accordo sul nucleare e alleato stretto di Israele, è un pancia mia fatti capanna: su twitter ha scritto che “Il mondo vi sta guardando”, “Ci sono molte notizie di proteste pacifiche da parte degli iraniani stanchi della corruzione del regime e del suo dissipare la ricchezza della nazione per finanziare il terrorismo all’estero. Il governo iraniano deve rispettare i diritti degli iraniani, incluso il diritto di esprimersi. Il mondo sta guardando!”.
Se non il terrorismo direttamente, l’Iran in questo momento è coinvolto in molti conflitti, dall’Iraq alla Siria, allo Yemen. Certo è che le parole di Trump risultano essere poco serie nel momento in cui come alleati ha nientemeno che i sauditi e molte arte monarchie-dittature che in termine di democrazia sono diversi gradini al di sotto dell’Iran.
A Trump ha risposto il portavoce del ministro degli Esteri, Bahram Gashemi, il quale ha parlato di “dichiarazioni ingannevoli, ipocrite e opportunistiche”, ed ha invitato “il popolo iraniano a non dare credito alle critiche espresse dal signor Trump o dai suoi funzionari”.