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Il ministro dell’Interno iraniano Abdolreza Rahmani Fazli ha ufficializzato la vittoria del presidente iraniano Hassan Rohani, considerato moderato e riformista, con il 57% delle preferenze, vincendo così al primo turno sul più prossimo antagonista, il conservatore Ebrahim Raisi, che si è attestato al 38,99%.
Alta l’affluenza alle urne, che è stata del 70% e che per de volte ha costretto per due volte a rinviare la chiusura dei seggi.
Rohani continua a rappresentare per gli iraniani, popolazione con un’altissima percentuale di giovani, la speranza del rinnovamento della modernità, dell’interagire con il mondo specie dopo che le sanzioni si sono allentate a seguito del raggiungimento dell’accordo sul nucleare.
Rimane tuttavia la realtà di un Iran che continua ad essere una teocrazia, con ai vertici un clero di cui lo stesso Rohani è espressione e presidente che sottosta alla Guida spirituale suprema, l’ayatollah Ali Khamenei.
Potrà certamente fare di più, come ha osservato il giornalista Fabrizio Cassinelli, la silenziosa “rivoluzione degli smartphone” in corso, dove i giovani hanno in mano quotidianamente una finestra sul mondo.
