Iran. Telegram: dopo la Russia anche l’ayatollah Khamenei se ne libera

di Elisabetta Corsi –

Dopo la Russia anche l’Iran dichiara guerra alla celebre applicazione di messaggistica istantanea Telegram. Se nel caso russo è un blocco totale nel tentativo di estorcere a Telegram le chiavi di accesso ai profili, nel caso iraniano è l’Ayatollah Khamenei che smetterà di servirsene per comunicare ma che potrebbe sfociare anche in questo caso in un blocco dell’applicazione.
L’applicazione era già finita a gennaio nel mirino delle autorità di Teheran pin quanto utilizzata nel corso delle proteste antigovernative di dicembre, ed allora era stato stabilito di sostituirla con un sistema simile locale, nome probabile Soroush Messanger, per preservare sia la sicurezza che salvaguardare la stabilità del paese. Ma in particolare nelle ultime ore è stata l’ascoltatissima e seguitissima guida suprema del paese a far sapere che non se ne servirà più al fine di “preservare gli interessi nazionali”.
Il suo ultimo messaggio sull’app è stato: “Allo scopo di preservare l’interesse nazionale e bloccare il monopolio di Telegram, il sito internet per la conservazione e la pubblicazione delle opere del grande Ayatollah Khameini cessa le proprie attività su questa messaggistica a partire da adesso”.
In sostanza in entrambi i casi Telegram è stata bloccata perché colpevole di attentare alla sicurezza nazionale e nel caso iraniano in particolare anche di danneggiare il governo e i suoi interessi. Se per la Russia infatti lo scopo è ufficialmente quello di prevenire attacchi terroristici, per la repubblica degli ayatollah è necessario combattere attacchi interni di “rivoltosi” contro il governo in carica. Telegram viene così ad essere uno strumento con il quale si potrebbe destabilizzare la sicurezza degli stati per via della criptazione e della sua libertà di utilizzo, ed in Iran questo servizio è utilizzato da 40 milioni di persone, la app più utilizzata del paese,.
Le app che potrebbero sostituire Telegram in Iran possono essere tre: oltre a Soroush, affiliata al governo iraniano e quindi rimpiazzo più probabile proprio perché nelle mani delle istituzioni, vi sono anche Gap, non supportata da nessuna organizzazione, e Eitaa, però poco conveniente per le autorità in quanto come annunciato dal produttore non permette loro di accedere ai dati personali degli utenti.
Per quanto riguarda la Russia è di poche ore l’annuncio che vi saranno controlli anche su Facebook e che in caso di abusi contrari alla sicurezza nazionale potrebbe fare entro l’anno la stessa fine del suo collega Telegram.