Islanda. Aboliti controlli ai movimenti di capitali

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Il Governo islandese ha annunciato l’abolizione dei controlli ai movimenti di capitali, introdotti a seguito del crollo finanziario dell’ottobre 2008. In questi anni, in stretto raccordo con il Fondo monetario internazionale, il Governo ha posto le basi per un loro graduale superamento; ora, con le nuove norme, i controlli sono sostanzialmente aboliti sia per i cittadini che per le imprese, è nuovamente permesso ai residenti in Islanda (compresi i fondi pensione) di detenere attività finanziarie fuori dal Paese e la valuta islandese torna a essere pienamente convertibile. Restano alcune eccezioni ancora in vigore, come il commercio di derivati per altri scopi che non siano quelli di copertura del rischio (hedging), le transazioni in valuta estera tra residenti e non residenti effettuate senza l’intermediazione di un’istituzione finanziaria, in certi casi i prestiti in valuta estera da parte di residenti verso non residenti. La liberalizzazione non riguarda inoltre la situazione dei possessori, non residenti, di ingenti quantità di titoli e attività in corone islandesi rimaste “intrappolate” nel Paese a seguito dell’imposizione delle restrizioni (i cosiddetti “offshore krona assets”), per i quali resta una regolamentazione ad hoc. Come indicato dal ministro delle Finanze Benedikt Johannesson e dal governatore della Banca Centrale d’Islanda Mar Gudmunsson, il Governo e le autorità monetarie islandesi hanno deciso di procedere ora con il sostanziale completamento del processo di liberalizzazione in quanto le misure gradualmente introdotte negli ultimi mesi non hanno provocato la temuta fuga di capitali. Al contrario, le riserve valutarie sono aumentate in modo significativo (da 600 a 800 miliardi di corone islandesi in meno di due anni, da quando cioè è stato avviato il processo di liberalizzazione) e consentono quindi alla Banca Centrale di procedere all’acquisto degli asset “offshore”.