Israele. Colpi di mortaio dalla Siria, l’esercito risponde al fuoco

di Angelo Gambella

Israele ha risposto oggi al fuoco arrivato dalla parte siriana colpendo due tank governativi. Lo si apprende da un tweet del portavoce della Difesa in cui viene denunciata la caduta sul territorio israeliano del Golan di 10 proiettili di mortaio, senza peraltro fare danni.
Non è chiaro se a sparare dalla Siria sono stati i regolari o i vari gruppi di ribelli, ma non è la prima volta che i militari siriani attaccano sia gli uni che gli altri in prossimità del confine, tanto che il 27 agosto 2014 l’artiglieria israeliana aveva sparato alle spalle dei militari siriani impegnati nella zona in una battaglia contro le brigate di al-Nusra (oggi Jabat Fatah al-Sham), organizzazione affiliata ad al-Qaeda, consentendo così ai jihadisti di prendere il controllo del valico situato non lontano del villaggio di Quneytra e di fare prigionieri 43 caschi blu filippini.
Da Damasco non vi è stata nessuna reazione, ma da ambienti filo-governativi si è sottolineato che il Golan è occupato da Israele e che così facendo Tel Aviv supporta le milizie islamiste che operano nell’area.
Le alture del Golan, prese da Israele con la Guerra dei Sei Giorni (1967), rappresentano un’importante area strategica e soprattutto un’importante riserva idrica. La striscia di terra demilitarizzata e tenuta dalla missione Undof delle Nazioni Unite è in realtà spesso infranta dai militari israeliani.

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