Italia. Terrorismo: arrestato congolese ed espulso marocchino, erano collegati a Anis Amri

di Marco Pugliese

L’intelligence italiana, in sinergia con al Digos, ha portato alla cattura un cittadino congolese, Lutumba Nkanga, 27 anni, in passato ospite del Centro per rifugiati di Brindisi. Arrestato e poi espulso anche un marocchino, Amri Soufiane, risultato essere nella rete di contatti del noto Anis Amri, l’autore della strage al mercatino di Natale di Berlino, poi freddato dalla polizia italiana.
I due pare si stessero per recare in Turchia attraverso due diverse rotte, una balcanica e l’altra mediterranea, per ricongiursi a gruppi affiliati al Califfato pronti a pianificare attentati in Europa e combattere sul terreno con l’Isis. Contatti continui anche con gli 11 presunti componenti la cellula Isis di stanza a Berlino, su cui hanno indagato la Digos di Brindisi e l’Ucigos, con il coordinamento della Dda di Lecce. Le indagini sono partite dopo il trasferimento al Cie di Restinco di uno dei componenti la cellula, il ragazzo congolese. Quest’ultimo fu fermato il 2 gennaio scorso, ma la notizia non fu resa pubblica, in questi casi infatti la discrezione è d’obbligo per ricostruire l’intera cellula. Nel mirino degli investigatori l’originario del Congo a partire dal 24 dicembre 2016, pochi giorni dopo l’attacco di Berlino.
Nel cellulare dello stesso sono stati trovati video di decapitazioni e di esecuzioni, azioni militari compiute dall’Isis in scenari di guerra, materiale ritenuto originale e non scaricato da internet. Il materiale di propaganda e “addestramento mentale” era stato ricevuto attraverso Telegram, mentre per le conversazioni venivano utilizzati WhatsApp, Viber e Facebook. Nkanga era entrato in Italia tra il 2 e il 3 dicembre 2016 insieme a Soufiane Amri, 22enne residente a Berlino. Quest’ultimo era stato responsabile della moschea berlinese Fussilet 33, chiusa in seguito alle indagini sul terrorismo islamico in collaborazione con le autorità italiane.
I due, Nkanga e Soufiane, avevano fatto tappa a Roma, poi si erano recati ad Ancona con l’intento d’imbarcarsi per la Grecia. Nel viaggio avevano cambiato continuamente hotel, schede cellulari e avevano comunicato agganciandosi a wi-fi liberi, alternando i programmi di messaggeria utilizzati. Sono stati tuttavia fermati da uno sciopero dei traghetti per la Grecia. Ad ulteriore controllo i documenti sono risultati anomali. Erano in procinto di pianificare attentati in città italiane, non divulgato ai media l’eventuale modus operandi e le località. Certo è il legame con gruppi attivi in Siria ed affiliati al Califfato. La rete delle cellule europee pare sempre più fitta e complessa, il continente rimane sotto continuo monitoraggio. Sono molti coloro i quali si sono fatti le ossa in Siria ed ora sono in procinto di tornare in Europa ed inserirsi in reti molto organizzate a livello logistico. Rimane il gran lavoro delle forze d’intelligence italiane, impegnate nella lotta alla prevenzione perpetua.