Italy-Hungary Business Forum. Alfano, ‘la diplomazia economica come strategia nazionale di politica estera’

dalla nostra inviata Vanessa Tomassini –

MILANO. Si è svolto questa mattina a Palazzo delle Stelline, in corso Magenta a Milano, il Business Forum Italia-Ungheria. All’evento hanno partecipato il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale italiano, Angelino Alfano, il ministro degli Affari Esteri e del Commercio ungherese, Péter Szijjártó, ed il presidente dell’Agenzia ICE, Michele Scannavini. Nella Sala Pirelli dell’antica struttura quattrocentesca, gremita per l’occasione di giornalisti, politici operatori economici ed imprenditori, i rappresentanti della diplomazia dei due Paesi hanno espresso le molteplici opportunità offerte dal mercato ungherese all’industria e all’imprenditoria italiana. “Nella cornice storica della politica estera italiana, nel rapporto trans-atlantico, nella fede europeistica, nel processo d’integrazione europea, nella vocazione mediterranea, nella difesa dei diritti umani, da un po’ di anni, noi abbiamo messo come pilastro essenziale della nostra diplomazia quella economica”, ha spiegato il capo della Farnesina, aggiungendo che “Non come figlia cadetta, non come figlia minore, non come figlia di serie b della diplomazia scritta stampatello o con la d maiuscola, ma come pilastro essenziale di una strategia nazionale di politica estera”. “Fare buoni affari – secondo il ministro Alfano – dare una mano ai nostri imprenditori a realizzare dei successi economici, diventa una strada per consolidare anche i rapporti bilaterali tra i Paesi”. Ha anche sottolineato che “la storia ci insegna che dove passano le merci, non passano gli eserciti. La diplomazia economica è una leva per la costruzione della pace. È un elemento essenziale per il consolidamento dei rapporti tra i Paesi e tra i continenti”. “Ecco perché noi stiamo investendo molto. È chiaro c’è la dimensione del profitto, ma al momento stesso però – ha sottolineato Alfano – c’è una dimensione di rafforzamento delle dimensioni bilaterali. Se noi siamo qui in questa sala piena, dove sono presenti operatori economici ed imprenditori, è perché c’è chi crede nello sviluppo delle relazioni tra Italia ed Ungheria. Questo sviluppo è anche nelle mani di ciascun imprenditore che, rispettando le regole di legge e seguendo la propria intuizione territoriale, realizza buoni affari da ungherese in Italia, o da italiano in Ungheria”. Il capo della Farnesina ha poi ribadito che “ciascun imprenditore che realizza un buon affare nell’altro Paese diventa in un qualche modo, ambasciatore di pace e prosperità della propria Nazione”. “Questa è una filosofia di successo”, ha constatato Alfano con soddisfazione, perché “la diplomazia italiana sta registrando importanti successi”. Il ministro ha poi sottolineato l’amicizia storica tra l’Italia e l’Ungheria già dai moti del 1848-1849 quando “la legione italiana guidata dal colonnello lombardo Alessandro Monti si recò in terra magiara per sostenere il desiderio di libertà del popolo ungherese. Gli ungheresi poi ricambiarono, con una legione che seguì Garibaldi nella spedizione dei Mille”, ricordando che a Palermo, terra d’origine di Angelino Alfano, c’è corso Tukori “che in pochi sanno” dedicato al generale ungherese che sbarcò nell’isola siciliana. Questa storia si proietta anche nel futuro, infatti ha spiegato Alfano “l’Ungheria è un grande Paese, con il quale vogliamo intrattenere rapporti eccellenti”. Ha poi passato in rassegna i successi economici dei due Stati partner: L’Ungheria, dopo aver registrato una crescita del Pil del 2% nel 2016, ha segnato nel primo e secondo trimestre del 2017 rispettivamente il 4,2% e 3,2% in più rispetto agli stessi periodi dell’anno precedente. Secondo una stima della Commissione europea per quest’anno è prevista una crescita del 3,6%, mentre per il 2018 del 3,5%. L’Italia, ha detto compiaciuto Alfano, ha avuto “il 18% di crescita delle importazioni dall’Ungheria” credendo che “tutto questo sia un elemento essenziale nel consolidamento dei rapporti tra i due Paesi che stanno avendo un percorso di crescita”. “Anche noi – ha sottolineato riferendosi all’Italia – dopo tanti anni ed alcune riforme avremo quest’anno, secondo le stime del Fondo Monetario Internazionale, una crescita del 1,5%. Abbiamo superato una crisi economica lunga più di quella della seconda guerra mondiale”. Malgrado il Paese abbia vissuto dal 2007-2008 una crisi economica molto difficile, Alfano ha fatto notare che “dal 2008 al 2016, le esportazioni sono cresciute del 13%. Questo vuol dire che le nostre imprese, mentre si trovavano economicamente in apnea sul piano nazionale, trovavano ossigeno nelle proprie capacità di esportazione. Questa idea di imprese italiane, capaci di affermarsi all’estero, è un’idea che noi vogliamo ulteriormente rafforzare e rilanciare con occasioni come quelle di oggi”. Parlando del nostro Paese, Alfano ha sponsorizzato i nostri primati nazionali: “Noi siamo la superpotenza della cultura, del gusto, della bellezza, dei beni archeologici e culturali. Siamo nell’insieme, se ci mettiamo dentro anche il design, i sapori, la cucina, la superpotenza di uno stile di vita: Italian lifestyle. È l’insieme di tutto questo che determina il ‘brand Italia’ e siamo assolutamente convinti che anche tutto questo abbia influito nel positivo interscambio commerciale che ha sfiorato i 9miliardi di euro nel 2016 e che sta crescendo oltre il 5% in questo trimestre, con un dato delle importazioni dell’Ungheria molto significativo”. “Noi siamo due Paesi che si fidano l’uno dell’altro, non sempre abbiamo avuto la stessa visione sui medesimi argomenti” ha detto il capo della Farnesina riferendosi all’immigrazione, “ma dopo due anni dal no ungherese ai ricollocamenti, posso dirvi pubblicamente: molto meglio voi che ci avete detto no dal primo momento, rispetto a coloro che hanno firmato due accordi internazionali, che poi non li hanno rispettati. Il vostro è stato un dissenso sincero ed onesto fin dall’inizio”. Malgrado i due Paesi non si siano trovati d’accordo su tutto infatti hanno sempre lavorato bene insieme, concludendo che in questa fase storica c’è una casa più grande dove collaborare, “è la casa europea nella quale entrambi ci troviamo bene”. “Abbiamo firmato insieme, lo scorso 25 marzo a Roma, una dichiarazione fortemente impegnativa sul futuro, per un’Europa che sa proteggersi meglio, che sa dare sicurezza economica e fisica ai propri concittadini attraverso un sistema di difesa comune e attraverso un’Europa sociale capace di dare maggiore protezione a chi è più vulnerabile, a chi è più indifeso, a chi è in difficoltà, a chi è rimasto indietro e ai tanti giovani che cercano occupazione”. Nel quadro di crescita comune il ministro ungherese, Péter Szijjártó, ha proposto agli imprenditori e agli operatori economici presenti in sala le molteplici opportunità espresse dal mercato ungherese aprendo agli investimenti diretti e alle possibilità di collaborazione industriale nei progetti più rilevanti che l’Ungheria prevede di realizzare. La crescita economica dell’Italia e l’Ungheria può aiutare a far crescere meglio e di più l’Unione Europea, per un grande futuro “insieme”.