Kim Jong-un imbocca la via della diplomazia. Perché?

di Manuel Giannantonio

Il leader nordcoreano Kim Jong-un ha deciso di sospendere i test nucleari e missilistici e di chiudere un sito localizzato nel nord del paese in quanto ha “compiuto la sua missione”. “Il leader nord coreano ha dichiarato che il suo paese non ha più bisogno di testare delle armi nucleari o missile a lunga portata”, riporta il The New York Times. Una scelta inaspettata e accolta favorevolmente dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Tuttavia, regna sovrana la prudenza.
L’annuncio di Kim del cambio di rotta è stato prontamente commentato da Donald Trump il quale ha accolto la decisione come “buona notizia per la Corea del Nord e il mondo, un grande progresso!”, e dichiarando ai nordcoreani “di non vedere l’ora di ritrovarli per il summit”.
Tuttavia, la dichiarazione del giovane leader resta da prendere con le pinze. Per molti viene concepita come l’inizio di “un processo di denuclearizzazione della penisola coreana”, ha dichiarato un portavoce sudcoreano citato dal New York Times, ma la stampa americana in generale resta ragionevolmente più scettica: “In realtà questa dichiarazione di (Kim Jong Un, ndr.) non fa che procrastinare lo status quo: la Corea del Nord ha già interrotto i test nucleari”, commenta il quotidiano della Grande Mela. “Per esempio, Kim Jong-un non menziona un eventuale smantellamento delle armi nucleari e dei missili di lunga portata che ha già sviluppato. Al contrario, occorre caprie che li manterrà”.
Quali sono i motivi che lo hanno portato a questo scelta? Probabilmente la volontà di uscire dall’isolazionismo internazionale e di limitare le conseguenze delle sanzioni inflitte dalla comunità internazionale. Strategia dunque? Forse.