Kirghizistan. Scontri tra soldati tagiki e kirghisi

di Enrico Oliari

La riaccensione di atavici dissapori etnici, ma più ancora l’accesso ai bacini idrici locali, sarebbero alla base degli importanti scontri che sono avvenuti in questi giorni nella regione kirghisa di Batken, al confine con il Tagikistan. Nel territorio kirghiso vi sono infatti insediamenti tagiki da sempre, ed i militari di Dushanbe hanno aperto il fuoco sulle postazioni kirghise già mercoledì; da allora il bilancio delle vittime, non ancora ufficiale, è di 24 morti e centinaia di feriti; 136mila civili sono stati evacuati da Batken.
E’ stato con tutta probabilità l’intervento diretto del presidente russo Vladimir Putin a portare al tavolo i leader dei due paesi, per il Kirghizistan Sadir Japarov e per il Tagikistan Emomali Rahmon, al fine di giungere al cessate-il-fuoco: con il fronte aperto in Ucraina e con le tensioni tra Armenia e Azerbaijan il Cremlino non può di certo permettersi una crisi tutta interna al Ctso, il Trattato per la Sicurezza Collettiva che rappresenta la “mini Nato” russa e che vede partecipare anche Armenia, Bielorussia e Kazakistan.
La situazione è ancora in evoluzione, ed al momento sono dati ancora presenti militari tagiki in territorio kirghiso.