Kosovo. Haradinaj torna a casa: il macellaio dei serbi accolto come un eroe

di Notizie Geopolitiche – 

Dopo la sentenza emessa ieri dalla Corte d’appello francese di Colmar, la quale ha negato alla Serbia l’estradizione di Ramush Haradinaj, quest’ultimo ha potuto riottenere il passaporto, che gli era stato ritirato in seguito al suo arresto, e tornare in patria.
Ex primo ministro kosovaro ed ex comandante del gruppo paramilitare Uck (il cosiddetto Esercito di Liberazione del Kosovo), Haradinaj è infatti accusato di crimini di guerra, omicidi e torture commessi contro la popolazione civile serba nel corso della guerra combattuta tra il 1996 ed il 1999 contro le forze di Slobodan Milosevic. Per questo motivo il governo di Belgrado aveva emanato un mandato di cattura internazionale, eseguito il 5 gennaio scorso le autorità francesi, che hanno arrestato il politico kosovaro all’aeroporto di Basilea-Mulhouse-Friburgo
Tornato a Pristina, nonostante il suo passato caratterizzato da omicidi e violenze, Haradinaj è stato oggi accolto dalla popolazione come un eroe nazionale, al quale è stato tributato ogni tipo di onore e di elogio.
Il governo kosovaro e quello albanese, affiancati da manifestazioni di piazza, nei mesi scorsi hanno infatti esercitato pressioni sul governo francese perché intercedesse per il rilascio di Haradinaj e non consentisse a Belgrado di sottoporlo alla propria giustizia, facendolo pagare per i suoi crimini.
Nonostante il politico kosovaro sia già stato giudicato innocente da un tribunale internazionale, sulla sua assoluzione hanno infatti pesato la forte influenza economica e politica di cui Haradinaj godeva in patria nel periodo successivo al conflitto, al quale si aggiungono poi i diversi decessi di coloro che, pochi giorni dopo, avrebbero dovuto testimoniare contro di lui in aula e le improvvise ritrattazioni di quelli che avevano già raccontato la loro scomoda versione dei fatti.