Kurdistan. Barzani propone ad al-Abadi il dialogo, ma Erdogan vuole le sanzioni

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Dopo la scontata vittoria del “sì” al referendum per l’indipendenza del Kurdistan Iracheno e le relative minacce di Turchia e Iran che temono l’espansione nei loro territori dell’irredentismo, il presidente curdo Massoud Barzani ha chiesto al premier iracheno Haider al-Abadi l’avvio di un dialogo costruttivo.
In più occasioni al-Abadi si è espresso fino a minacciare l’impiego della forza contro la secessione del Kurdistan, affermando che ciò andrebbe contro la Costituzione del paese, ma va detto che Baghdad stessa non è stata ai patti dal momento che l’articolo 140 dello Statuto prevedeva che i territori arabizzati da Saddam Hussein, ad esempio Kirkuk, passassero alla Regione autonoma del Kurdistan Irq., ma così non è stato.
Barzani è intervenuto in tv invitando “Haider al-Abadi e gli altri responsabili politici iracheni a non chiudere la porta del dialogo poiché è con il dialogo che si risolvono i problemi”. Ha poi rimarcato che “Assicuriamo la comunità internazionale della nostra volontà di dialogo con Baghdad. Il referendum non mira a delimitare la frontiera (tra Kurdistan e Iraq) né ad imporla de facto”.
Il presidente turco Recep Tayyp Erdogan intanto sta spingendo per porre il Kurdistan sotto sanzioni almeno da parte dei paesi vicini, nonostante da lì transiti il petrolio curdo non più versato a Baghdad dopo che dalla capitale non sono arrivati i finanziamenti pattuiti per pagare gli stipendi dei dipendenti pubblici.
Per Erdogan “Non appena cominceremo ad imporre sanzioni, a chiudere la valvola del petrolio, sarà la fine, tutti i redditi cesseranno: non appena i camion si fermeranno nell’Iraq settentrionale, non ci sarà niente da mangiare, Israele fornirà qualcosa?”.
Israele è l’unico paese che si è detto disposto a riconoscere il referendum del Kurdistan.