Kurdistan. Per l’occidente “curdi usa e getta”: sul terremoto sparisce la Regione autonoma

di Shorsh Surme –

I curdi avevano sfatato un loro detto secondo cui loro “al di fuori delle montagna non hanno amici”: essi infatti avevano creduto che tutti i politici occidentali che si sono recati in Kurdistan dell’Iraq negli ultimi 7 anni e in particolare dal 2014, ovvero i vari Francois Hollande, Mateo Renzi e vari ministri sia dell’Unione Europea che degli Stati Uniti, rappresentassero un cambiamento dell’occidente circa la politica di complicità coi i governi occupanti del Kurdistan, cioè la Turchia di Erdogan, l’Iran degli ayatollah e l’Iraq degli sciiti. Invece, ahimè, non era cosi, ed andavano in Kurdistan soltanto per spingere i curdi al sacrificio e farsi difendere dal più grande gruppo terrorista che era lo Stato Islamico (Isis) attraverso i Peshmerga curdi.
Ora, che non c’è più Dahsh (Isis) o per lo meno che ha avuto una sconfitta militare completa, i curdi non servono più, come sempre.
Si è capito anche dalla tragedia del terremoto, dal momento che che quasi tutti i media hanno indicato la zona colpita come confine tra Iraq e Iran, come non ci fossero i curdi o come se fosse proibito nominare la parola Kurdistan. Tuttavia l’area più colpita è quella della città curda di Kirmaşan, in persiano Kermanshah, che ha avuto più di 600 vittime e 7mila feriti.
La comunità internazionale e in particolare l’occidente non devono dimenticare il Kurdistan e il sacrificio che ha fatto il popolo curdo contro l’Isis. Moltissimi giovani curdi hanno dato la loro vita per combattere i tagliagole del “Califfato”, e se i valorosi Peshmerga non avessero fermato questi criminali, sicuramente avremmo avuto molti più di questi cosiddetti jihadisti qui in occidente di quelli che hanno colpito l’Europa in questi ultimi tre anni.
La verità è che in questo momento sia gli Usa sia Europa sono interessati solo a consolidare il loro legame con paesi come Arabia Saudita, Turchia e Iran. Il resto per loro non esiste.