La Russia aumenta le esportazioni di GNL in Ue

di C. Alessandro Mauceri

Da mesi, anzi da anni, ben prima dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, le misure restrittive per le importazioni da questo paese nei paesi europei erano notevoli. Limitazioni che sono aumentate dopo l’inizio del conflitto ucraino e la presa di posizione da parte dei paesi dell’UE.
Queste limitazioni all’importazione di prodotti dalla Russia non hanno sortito fino ad oggi alcun effetto reale. Molti paesi continuano a importare dalla Russia proprio di uno dei prodotti più discussi: il GNL, il gas naturale liquefatto.
Esemplare il caso della Finlandia. Questo paese, che solo pochi giorni fa ha ottenuto il via libera per entrare a far parte della Nato e che appoggia apertamente le sanzioni energetiche europee contro la Russia, continua a fare affari con la Russia. A confermarlo una nota della Compagnia statale energetica finlandese Gasum, nella quale si conferma che “Gasum ha un contratto di approvvigionamento di gas naturale a lungo termine con la russa Gazprom Export”. Ad aprile 2022 era stato richiesto a Gasum di effettuare i pagamenti concordati nel contratto di appalto in rubli invece che in euro. Gasum non aveva accettato e a maggio Gazprom Export aveva sospeso la fornitura di gas naturale. A novembre 2022 il tribunale arbitrale ha confermato che Gasum non era obbligata a pagare in rubli o con il metodo di pagamento richiesto da Gazprom Export. Lo stesso tribunale però ha suggerito di proseguire le trattative contrattuali bilaterali per risolvere la questione.
Nei giorni scorsi l’agenzia di stampa Yle ha confermato che la controversia è stata risolta: Gasum continuerà a ricevere GNL dalla Russia. Anzi, la compagnia finlandese ha sottolineato che il contratto con Gazprom “sarà valido per molti altri anni”. Il punto è che il contratto con Gasprom Energy è un cosiddetto contratto take or pay, comune nei contratti di fornitura di gas. Questo significa che, anno dopo anno, Gasum è obbligata a pagare una certa quantità di gas naturale liquefatto (GNL), sia che lo riceva dalla Russia sia che non lo riceva, come ha confermato la compagnia finlandese in una e-mail inviata a Yle.
Intanto, per tutto questo tempo, Helsinki ha continuato a importare gas naturale liquefatto (GNL) dall’impianto GNL Cryogas-Vysotsk della compagnia russa Novatek. Secondo il servizio doganale finlandese, da febbraio 2022, dopo l’invasione dell’Ucraina, Gasum ha acquistato gas naturale dalla Russia per un valore di circa 188 milioni di dollari.
Il ruolo del GNL come alternativa al gas naturale, entrambi importati dalla Russia, è significativo in molti altri paesi europei.
Nella nuova strategia di diversificazione delle forniture l’Europa ha puntato sul gas naturale liquefatto. Nel 2022 le importazioni in Europa dai gasdotti russi sono calate di oltre l’80 per cento. Al tempo stesso però la presenza del GNL russo è aumentata del 50 per cento. Italia e altri paesi dell’Unione Europea hanno aumentato il loro import di GNL da Stati Uniti, dal Qatar, ma, e qui sta la sorpresa, anche dalla Russia, che rimane il quarto esportatore mondiale di GNL.
Una situazione che ha conseguenze geopolitiche non da poco: la Russia continua infatti a ricevere soldi proprio dai paesi che le hanno imposto delle sanzioni economiche. A cominciare dai paesi europei. A ben guardare, tutta la vicenda potrebbe rivelarsi un vero e proprio affare per la Russia. Il gas che la Russia esportava tramite i gasdotti veniva venduto a prezzi estremamente bassi e competitivi. L’aumento della domanda di GNL e le condizioni degli altri fornitori internazionali hanno fatto lievitare i prezzi del GNL con notevoli vantaggi dal punto di vista economico proprio per la Russia. Lo scorso anno, in barba all’embargo, questo paese ha registrato un record delle esportazioni di GNL in Europa: solo nel settembre, i paesi Ue hanno acquistato GNL dalla Russia per un valore di quasi un miliardo di dollari (Spagna, ma anche Belgio e Francia che, nel 2022, ha aumentato gli acquisti di GNL del 6 per cento, anche Italia e Portogallo hanno importato GNL dalla Russia). Solo Regno Unito e Lituania hanno interrotto le importazioni di GNL russo.
Molti paesi europei hanno accordi che prevedono di importare GNL dalla Russia per molti anni ancora. Una mossa strategica: la disponibilità di GNL dalla Russia potrebbe subire un calo dovuto alla maggiore domanda di questa fonte energetica dalla Cina. Secondo la IAE, se la domanda di GNL da parte dell’alleato cinese dovessero tornare ai livelli del 2021, l’Europa potrebbe ritrovarsi con circa 30 miliardi di metri cubi di GNL in meno. Questo causerebbe un ulteriore aumento del prezzo del GNL. Due le conseguenze. La dipendenza dalle fonti fossili si trasformerebbe di nuovo in dipendenza dalla Russia. Ma soprattutto dimostrerebbe l’inutilità di alcune misure restrittive nei confronti di questo paese.