L’Azerbaijan entra nel periodo post-petrolifero e guarda all’Italia. Intervista al neo-ambasciatore Ahmadzada

di Guliano Bifolchi * –

Nei primi giorni di maggio la compagnia italiana SAIPEM si è aggiudicata un nuovo contratto per la fase 2 di Shah Deniz. Tale contratto, come si legge nel comunicato SAIPEM, “rafforza ulteriormente il ruolo chiave di SAIPEM nella costruzione del Corridoio meridionale del gas, per il quale la società ha all’attivo un totale di quattro contratti”. Il Trans Adriatic Pipeline, ricordiamo, prevede di trasportare il gas naturale prodotto dal deposito di Shah Deniz, situato nella sezione azerbaigiana del Mar Caspio, fino in Italia passando attraverso Grecia ed Albania. Tale evento pone l’attenzione ancora una volta sul ruolo significativo che gioca e potrebbe continuare a giocare la repubblica dell’Azerbaigian, Stato del Caucaso meridionale che negli ultimi anni si è affermato come partner commerciale importante per l’Italia ed in generale per il mercato energetico continentale.
Notizie Geopolitiche incontrato Mammad Ahmadzada, neo-ambasciatore della Repubblica dell’Azerbaigian in Italia, per discutere tematiche economiche e regionali e per comprendere in che misura lo stato azerbaigiano potrà divenire strategicamente importante per l’Italia.

– Ambasciatore Ahmadzada, da poco Lei si è insediato a Roma per il ruolo di rappresentanza, ma sappiamo che conosce già il nostro paese per averlo visitato e per aver vissuto diversi anni qui. Può dirci quali sono i punti di forza che legano l’Azerbaigian all’Italia e quali le prospettive future per una cooperazione?
“Sono felice di essere tornato in Italia in qualità di ambasciatore dell’Azerbaigian dopo aver trascorso in questo paese un periodo di studi e successivamente aver ricoperto una carica diplomatica. L’Italia è per l’Azerbaigian un partner speciale e i nostri rapporti sono regolati dal 2014 con una “Dichiarazione Congiunta di Partenariato Strategico” che spazia dal settore politico a quello economico e commerciale, comprendendo scienza, educazione e cultura, adottata dal presidente della Repubblica dell’Azerbaigian Ilham Aliyev e il presidente del Consiglio Matteo Renzi durante una visita ufficiale in Italia del nostro presidente. I punti di forza che legano le nostre relazioni sono politici – e le numerose visite istituzionali bilaterali lo confermano – economici e culturali.
L’Italia è il primo partner commerciale dell’Azerbaigian, che rappresenta uno dei maggiori fornitori di greggio per l’Italia e nei prossimi anni, grazie al Trans Adriatic Pipeline, diverrà anche un importante fornitore di gas all’Europa passando proprio per l’Italia. Da molti anni le aziende italiane operano in Azerbaigian in vari settori, dimostrando interesse in ambito petrolifero e anche non petrolifero, in linea con la politica di diversificazione dell’economia portata avanti dal nostro governo. Nello stesso tempo vorrei sottolineare l’aumento costante dell’export italiano verso l’Azerbaigian, accresciuto di più di tre volte dal 2010, il che posiziona l’Azerbaigian come uno dei principali destinatari dell’export “Made in Italy” nell’area post-sovietica. Lo scorso anno la principale porzione di export italiano è stata costituita da tecnologie e macchinari di differenti settori.
Anche il settore cultura e dell’istruzione ci vede alleati e collaborativi in una serie di importanti progetti, che vanno dall’organizzazione di eventi, mostre e concerti allo scambio di studenti e ricercatori, e ciò contribuisce alla conoscenza dei nostri paesi e dei nostri popoli. L’Azerbaigian inoltre ha partecipato con successo all’EXPO di Milano 2015, con uno dei padiglioni più apprezzati della manifestazione e alla Biennale di Venezia. Entrambi gli eventi si sono dimostrati essenziali per ampliare la conoscenza dell’Azerbaigian in Italia e nel mondo, considerando il rilievo globale degli stessi. In ambito culturale la collaborazione è portata avanti anche grazie al supporto della Fondazione Heydar Aliyev, presieduta dalla first lady dell’Azerbaigian Mehriban Aliyeva. Vorrei sottolineare come anche i legami turistici tra i nostri paesi vadano consolidandosi: ogni mese la nostra ambasciata emette un’enorme quantità di visti, tra cui quelli per motivi turistici sono in costante aumento, e ciò avviene anche dall’Azerbaigian verso l’Italia. Un forte contributo allo sviluppo del turismo viene offerto anche dai voli diretti che collegano l’Italia all’Azerbaigian, gestiti dalla compagnia di bandiera dell’Azerbaigian – Azerbaijan Airlines”.

– Parlando di energia e nello specifico di gas naturale è possibile affermare che il progetto TAP continua a registrare ulteriori passi avanti anche se esiste uno scetticismo sulla sua realizzazione e sul suo funzionamento. Data l’importanza di tale gasdotto dal punto di vista energetico ed anche geopolitico, pensando ad esempio alla possibilità dell’Europa di diminuire la dipendenza dal gas russo e la possibilità per l’Azerbaigian di rafforzare ulteriormente i legami con l’Unione Europea, potrebbe fornire maggiori informazioni su tale progetto e illustrarci gli effetti positivi che questo potrà avere a livello nazionale per lo Stato azerbaigiano, a livello regionale e continentale?
“Come accennavo poco fa, le relazioni economiche tra Italia ed Azerbaigian sono ottime dal punto di vista economico, e non solo nel settore energetico. Sicuramente il Trans Adriatic Pipeline, i cui lavori hanno ottenuto il via ufficiale, come le inaugurazioni degli ultimi giorni possono testimoniare, contribuirà a rafforzare ulteriormente i nostri rapporti. La fornitura di gas dell’Azerbaigian permetterà all’Europa di diversificare le sue fonti di approvvigionamento, e ciò darà un contributo anche alla sicurezza energetica globale. Allo stesso modo il progetto, che dall’Azerbaigian arriverà in Italia, farà della penisola Italiana un hub energetico importante. Ci saranno anche ricadute sui consumatori finali. Inoltre, ci sono aziende italiane che stanno ottenendo riconoscimenti e contratti importanti nella realizzazione del gasdotto, e ciò ha un rilievo positivo per l’economia italiana”. 

– A fine 2015 il governo di Baku ha svalutato il manat, moneta nazionale, e ad inizio anno vi sono state manifestazioni di piazza motivate dalla paura dei cittadini di vedere il proprio paese sprofondare in una crisi economica senza ritorno. Il presidente Ilham Aliyev ha ripetuto più volte che il paese è entrato nel suo periodo post-petrolifero in anticipo rispetto alle stime e che attualmente l’Azerbaigian deve ridisegnare la propria economia puntando maggiormente sulla diversificazione e sul settore non petrolifero. Considerando che negli anni precedenti diverse volte era stata posta l’attenzione sulla diversificazione economica, sia tramite le parole del presidente Aliyev che dei rappresentanti di Governo, cosa cambia adesso? L’Azerbaigian si sta realmente muovendo verso una economia non petrolifera? E verso quali settori sta puntando maggiormente?
“Oggi, l’economia dell’Azerbaigian è cresciuta fino a rappresentare oltre il 70% dell’economia del Caucaso meridionale. Lo sviluppo dinamico dell’economia e il raggiungimento della stabilità macroeconomica in Azerbaigian ha migliorato il clima degli affari del paese e creato condizioni favorevoli per l’attrazione di investimenti esteri. Ora l’Azerbaigian è leader come destinazione di investimenti nell’area postsovietica. L’ammontare di investimenti nell’economia del paese ha superato i 220 miliardi di dollari per il periodo di 1995-2015. La metà di questi investimenti sono stati investimenti esteri. Gli ultimi 15 anni sono stati caratterizzati dalla rapida crescita dei principali indicatori macroeconomici dell’Azerbaigian, che ha portato allo sviluppo dinamico della sua economia. In questi anni l’Azerbaigian è divenuto una delle principali economie a livello mondiale per quanto concerne i tassi di crescita. Per essere precisi, negli ultimi 10 anni la crescita media annua del prodotto interno lordo (PIL) è stata del 14%, tra cui la crescita del 10% del PIL del settore non petrolifero, a seguito della diversificazione dell’economia nazionale.
Questo dimostra che il governo dell’Azerbaigian aveva già avviato una strategia di diversificazione dell’economia per ridurre l’impatto del settore oil&gas sull’economia del paese. Oggi il settore oil&gas occupa il 30% dell’economia del paese, e il resto deriva dal settore non oil. Negli ultimi anni l’economia del paese è aumentata sostanzialmente, proprio grazie al settore non oil che come ho menzionato ha avuto una crescita media del 10% per anno. Tale politica lungimirante del governo dell’Azerbaigian ha garantito e garantisce oggi di neutralizzare i potenziali effetti negativi del calo del prezzo del petrolio sui mercati internazionali. Inoltre il governo dell’Azerbaigian ha avviato una nuova serie di riforme economiche che prevede un nuovo modello economico basato sull’approfondimento del processo di diversificazione dell’economia del paese e sull’aumento delle esportazioni non energetiche dal paese.
Trasporti, energia, tecnologie dell’informazione, edilizia, agricoltura, agroindustria, sfere del turismo, dimostrano una crescita solida e hanno un grande potenziale per la cooperazione con partner stranieri.
L’Azerbaigian è situato in un’area di grande importanza geopolitica ed economica, sul crocevia tra oriente e occidente, nord e sud e la localizzazione geografica del paese fornisce ampie opportunità per beneficiare del suo potenziale di transito competitivo. Riconoscendo il valore dei trasporti come un importante meccanismo per lo sviluppo sostenibile, l’Azerbaigian ha lanciato con successo diversi progetti infrastrutturali regionali. In collaborazione con la vicina Turchia e la Georgia, l’Azerbaigian ha sostenuto e finanziato la ferrovia Baku-Tbilisi-Kars come il collegamento più breve tra l’Europa e l’Asia. Dopo aver messo questo corridoio ferroviario in funzione il tempo per il trasporto di merci dalla Cina orientale verso l’Europa e viceversa sarà ridotto di 2 volte. Il paese ha anche messo in funzione con successo il nuovo porto marittimo commerciale internazionale di Baku. Il primo container è arrivato al nuovo porto dalla Cina attraverso il Caspio nel mese di agosto 2015. L’Azerbaigian è anche parte del corridoio di trasporto nord-sud. Ha stabilito una buona collaborazione con i paesi vicini per la realizzazione dei progetti di trasporto di questo corridoio. Il progetto di comunicazione Trans-Eurasia (TASIM), che è stato avviato dall’ Azerbaigian, fornirà i paesi della regione con servizi ICT, facilitando l’accesso ad Internet, sistemi di telecomunicazioni e risorse di e-informazioni per 20 paesi in tutta la regione .
L’Azerbaigian è uno dei più antichi centri agricoli della regione, e questo settore costituisce la principale offerta di lavoro, coinvolgendo il 40% della forza lavoro totale. La diversità climatica permette per la coltivazione di una vasta gamma di prodotti e l’allevamento del bestiame. Per l’Azerbaigian il settore agricolo ha un ruolo centrale, nel tentativo di diversificare l’economia nazionale. Grazie alla posizione del paese ci sono tutte le possibilità per aumentare l’esportazione di prodotti agricoli di alta qualità, molto richiesti dai paesi vicini. Le principali destinazioni di esportazione per i prodotti agricoli e alimentari includono il Medio Oriente, l’Asia Centrale e altri paesi della CSI e dell’Europa orientale.
Anche il turismo rappresenta uno dei settori su cui il governo punta per diversificare l’economia, e nel quale sono stati fatti grandi investimenti. L’Azerbaigian rappresenta una meta di grande interesse grazie al suo modello di multiculturalismo, il ricco patrimonio storico, artistico e culturale della capitale Baku, che affianca edifici avveniristici ad una Città Vecchia patrimonio dell’UNESCO, e delle altre regioni azerbaigiane ricche di monumenti storici, bellezze paesaggistiche, moderne strutture ricettive – incluse due prime grandi stazioni sciistiche nel Nord, colorate opere di artigianato e gustosa cucina. A contribuire al posizionamento del paese come interessante destinazione turistica è da citare anche l’organizzazione di importanti eventi internazionali di carattere culturale e sportivo, incluso l’Eurovision Song Contest nel 2012 e i Primi Giochi Europei nel 2015. In questo ambito dal 17 al 19 giugno prossimi, la capitale Baku ospiterà per la prima volta nella storia un appuntamento imperdibile, il Gran Premio d’Europa di Formula 1”.

– Pensando ai diversi articoli e report allarmistici sull’Azerbaigian che sono circolati a fine anno ed da inizio 2016, in che modo il suo paese sta cercando sia di tranquillizzare gli investitori che attrarne di nuovi? Esistono agevolazioni ed una legislazione speciale in merito?
“Come accennato precedentemente, l’Azerbaigian si è dimostrato un paese stabile per gli investimenti esteri.
Il nostro paese applica una delle più semplici procedure di registrazione di impresa in tutto il mondo. La legislazione azerbaigiana si sta evolvendo in base ad una “politica di accoglienza” per le imprese straniere e gli investimenti stranieri sono protetti da alcune garanzie governative.
Ci sono una serie di grandi progetti in Azerbaigian che costituiscono vaste opportunità di business per gli investimenti stranieri. Vorrei citarne alcuni, come la zona economica speciale nell’ambito del nuovo Baku International Sea Trade Port , il Sumgait Chemical Park, il Balakhany Industrial Park, per i quali esiste una serie di incentivi governativi. Il nuovo modello economico dell’Azerbaigian, inoltre, è un referente importante per piccole e medie imprese, e dunque ci sono ottime possibilità per le PMI italiane.
Vorrei anche sottolineare che il recente annuncio del governo dell’Azerbaigian, relativo alla nuova fase di privatizzazioni, i cui dettagli saranno diffusi prossimamente, può costituire un’opportunità interessante anche per gli investitori esteri”.

bifolchi fuori* Giuliano Bifolchi. Analista geopolitico specializzato nel settore Sicurezza, Conflitti e Relazioni Internazionali. Laureato in Scienze Storiche presso l’Università Tor Vergata di Roma, ha conseguito un Master in Peace Building Management presso l’Università Pontificia San Bonaventura specializzandosi in Open Source Intelligence (OSINT) applicata al fenomeno terroristico della regione mediorientale e caucasica. Ha collaborato e continua a collaborare periodicamente con diverse testate giornalistiche e centri studi.

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