Legislative marocchine: riconfermato il Pjd di Benkirane

di Belkassem Yassine –

BenkiraneIl ministro dell’Interno marocchino Mohamed Hassad ha comunicato i risultati delle elezioni legislative del 7 ottobre 2016, in cui il tasso di partecipazione è stato solo del 43 per cento dei quasi 16 milioni di cittadini aventi diritto al voto. Tuttavia il ministro ha fatto notare che nel sud del paese l’affluenza è stata molto alta, ad Aoussred del 75 per cento.
Riconfermata la fiducia al Partito della Giustizia e dello Sviluppo (PJD), islamico-moderato, guidato dal capo del governo uscente Abdelilah Benkirane, il quale ha ottenuto 125 seggi su 395, aumentando così di dieci seggi la propria rappresentanza parlamentare rispetto al 2011.
Vie stato un clamoroso successo del partito Per l’Autenticità e la Modernità (PAM), che aveva vinto le elezioni locali nel 2015 e che è stato il più fermo oppositore di Benkirane, riuscendo ad ottenere 102 seggi più che raddoppiando i 47 del 2011. Il partito Istiqlal (Indipendenza), si è fermato a 46 parlamentari. Tra gli altri partiti sono riusciti a entrare in Parlamento anche gli Indipendenti del Rni (37) e il Movimento Popolare (Mp) 27. Sconfitta l’Unione Socialista delle Forze Popolari (USFP), storico partito socialista, che si è fermato a 20 seggi. L’Unione Costituzionale ha ottenuto 19 seggi, il Pps (comunisti) 12, Delusione per la Federazione della Sinistra Democratica (Fgd), guidata dalla pasionaria Nabila Mounib, che ha conquistato soli 2 seggi.
Il buono svolgimento di quest’esercizio democratico e l’impegno del popolo marocchino nel suo successo confermano la stabilità e la funzionalità del modello marocchino sotto la guida di Re Mohammed VI, in una realtà regionale fortemente compromessa. Infatti, queste elezioni legislative sono state viste dagli osservatori internazionali e dal Consiglio d’Europa come modello di trasparenza a favore della stabilità e con la valutazione positiva per la competizione democratica.
mohammed-vi-grandeI risultati ottenuti dal partito vincente sono infatti l’espressione della scelta democratica fatta dai marocchini, i partiti politici hanno dato prova di una grande maturità democratica, i loro leader sono stati unanimi a sottolineare l’integrità dello scrutinio; tali risultati conferiscono le chiavi di governo per un secondo mandato al Pjd, ma lo obbligano a formare una coalizione con altri partiti visto che il suo rivale Pam ha già chiuso la porta ad una possibile alleanza.
La partecipazione degli abitanti delle province del sud del paese al compimento del dovere del voto, come è avvenuto nelle precedenti scadenze elettorali, riflette la volontà delle popolazioni di questa parte del Regno per l’unità nazionale.
Nella conferenza stampa il ministro Hassad ha respinto le critiche formulate nei suoi confronti dal Pjd, che l’ha accusato di parzialità, ed ha affermato che il suo ministero ha rispettato le direttive del re a rimanere neutrale rispetto a tutti gli attori politici. Lo stesso leader del Pjd, in pieno spoglio elettorale, aveva denunciato irregolarità e brogli per poi ricredersi a vittoria quasi definitiva, dichiarando la tornata elettorale come “un giorno di gioia e una vittoria per la democrazia”.