di Vanessa Tomassini –
“Grazie al generale Haftar per il caloroso benvenuto a Rajm. Focus sulla necessità di avanzare col processo politico nell’ottica di tenere le elezioni prima della fine dell’anno. La comunità internazionale per evitare più piani o iniziative si concentra su ciò di cui la Libia ha bisogno per giungere ad elezioni in condizioni sicure e trasparenti”.
Con questo tweet l’ambasciatore d’Italia a Tripoli, Giuseppe Perrone, sintetizza il suo incontro con l’uomo forte di Tobruk, Khalifa Haftar, a capo dell’autoproclamato esercito nazionale. Malgrado i commenti negativi scatenati dalla dichiarazione sui social media, l’incontro rientra nella politica italiana in Libia, che pur riconoscendo il Governo di Accordo Nazionale a Tripoli come legittimo, da un anno a questa parte non esclude nessuno dal dialogo. In un’intervista rilasciata a Notizie Geopolitiche, lo scorso ottobre, Perrone aveva detto:
“Io spersonalizzerei la politica libica, che in questo momento soprattutto ha bisogno di trovare intesa, riconciliazione e capacità al confronto degli uni con gli altri. Anche le personalità più forti, che hanno un grande seguito, suscitano delle fortissime resistenze in altre parti del paese. Per cui, piuttosto che personalizzare, o cercare di individuare una soluzione ai problemi libici con l’incarico ad una sola persona, bisogna fare in modo che la soluzione emerga da un’autentica disponibilità al compromesso e alla riconciliazione tra i libici, in maniera tale che le regole del gioco che verranno definite, verranno poi rispettate da tutti”.
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