Libia. Carrarmati a Tripoli

di Vanessa Tomassini

Aumenta la tensione nella capitale libica alla vigilia della manifestazione di lunedì, promossa dall’imprenditore libico, ma residente in Svizzera, Basit Igteet.
Mentre ieri erano stati alzati muri di sabbia nella zona Sud di Tripoli (vedi), questa notte carri armati facenti capo ai generali sia del presidente Fayez al-Serraj, che alcuni fatti arrivare dal generale Khalifa Haftar, hanno preso posizione. Diversi check point inoltre sarebbero presenti per le vie di Tripoli già da questa mattina. A più di qualcuno queste scene ricordano quelle vissute nel 2014, allo scoppio della seconda guerra civile libica: all’epoca a scontrarsi furono le forze dei due governi rivali a cui si aggiunsero, a partire da ottobre, i militanti affiliati a Daesh.
Secondo alcune nostre fonti, riservate per motivi di sicurezza, alcune missioni italiane sarebbero state sospese. Non vi è tuttavia conferma di questa informazione, perché al momento non abbiamo ricevuto alcuna risposta dall’ambasciata. Il fatto che sia al-Serraj che Haftar abbiano unito le forze contro Igteet e i suoi collegamenti politici islamisti da Misurata, sembra lasciar intendere che lunedì non accadrà nulla o quasi circa la manifestazione.
Poche ore fa Sky News Arabia ha reso noto che le forze armate dell’uomo forte della Cirenaica “hanno bombardato nella notte una postazione del gruppo al-Saraya della difesa di Bengasi”, affiliato ad al-Qaeda nella città di Misurata.
Il generale Ahmed Gaddaf al-Dam, rappresentante del fronte di lotta nazionale, messosi in contatto con noi ha lanciato un messaggio ai suoi concittadini, attraverso un comunicato in cui afferma che “Siamo di fronte alla lotta, esprimiamo la nostra gratitudine e la nostra disponibilità a partecipare ad ogni azione positiva per iniettare il sangue dei libici e raggiungere l’unità della Libia, sollevando la sofferenza del nostro popolo e costruendo una nuova nazione libera per tutti i suoi abitanti, senza esclusione o emarginazione con il ritorno della famiglia esiliata”. Gaddaf al-Dam ha aggiunto che “Riteniamo che i commenti di Mr. Ghassan Salamè siano concilianti e mettiamo la nostra fiducia in lui. Facciamo appello al popolo, a tutte le nostre genti con tutte le sue forze, per mettere fine a questa pagina misera e vergognosa nella storia della nazione. Non vale la pena la distruzione e l’umiliazione…e ci scusiamo per tutto questo sangue, lacrime, distruzione e dolore”.