Libia. continua il dialogo di Tunisi. Ne parliamo con Abdussalam Nassiyah (Camera rappresentanti)

a cura di Vanessa Tomassini –

Il dialogo tra la Camera dei Rappresentanti e l’Alto Consiglio di Stato libico sembra aver ripreso il suo corso. Dopo che lunedì 16 ottobre la Camera dei Rappresentanti aveva dichiarato di boicottare il processo fino a quando non ci fossero stati dei punti scritti sulle questioni più controverse, giovedì 19 la commissione ha ripreso le sue sedute per continuare a discutere sulla gli emendamenti all’accordo politico libico, firmato a Skhirat in Marocco nel 2015 e in scadenza il prossimo 17 dicembre. Il dialogo è stato fortemente voluto e facilitato dal Rappresentante speciale della Missione delle Nazioni Unite in Libia (Unsmil), Ghassan Salamè, ed è stato riconosciuto dalla comunità internazionale Italia compresa come l’unica chanches percorribile per trovare una soluzione alla crisi libica. Nei due incontri avvenuti fino ad oggi, come si legge anche nell’ultima nota Unsmil, “le discussioni sono state franche, costruttive e hanno prodotto qualche progresso nel processo di elaborazione. Tuttavia, alcune questioni richiedono ancora ulteriori discussioni”. Il Comitato si è riunito di nuovo questa mattina, 21 ottobre. Sia Salamè che i membri della commissione hanno riconosciuto l’urgenza di portare avanti questo processo per avanzare rapidamente nella Road-map delle Nazioni Unite che prevede come ultima tappa le elezioni politiche, “libere ed imparziali”, tra meno di un anno, entro cioè il 20 settemhbre 2018. Per capire a che punto sono e quali sono le questioni più controverse abbiamo raggiunto il presidente della delegazione della Camera dei Rappresentanti, Abdussalam Nassiyah.

– Presidente Nassiyah, ci spiega quali sono i punti sui quali non siete ancora riusciti a trovare un accordo con i vostri “rivali” dell’Alto Consiglio di Stato?
I principali punti di disaccordo tra noi e il Consiglio di Stato sono: l’articolo 8 delle decisioni supplementari e l’articolo 8, paragrafo 2, capitolo A del trattato, riguardanti l’allargamento del consiglio statale con l’iscrizione di tutti i candidati eletti il ​​7 luglio 2012 e il modo di scegliere il Consiglio presidenziale. Fino ad oggi non siamo riusciti a trovare una visione comune in materia dell’attuale legislazione, specialmente quando si parla di equilibrare l’accordo nel corso di un anno, con elezioni presidenziali e parlamentari. Il Consiglio di Stato ha eliminato l’articolo 8 nella sua ultima riunione delle sentenze supplementari e ha collegato l’approvazione del Consiglio del Parlamento alle decisioni del consiglio presidenziale, come supremo capo dell’esercito e che deve essere eletto col sistema di maggioranze”.

– Riguardo al Consiglio presidenziale, abbiamo letto che ci sono diverse discussioni su come debba essere cambiato. Qual è la vostra proposta?
La scelta del Consiglio presidenziale è, come le dicevo, ancora un punto di disaccordo. Sono state fatte molte proposte, ad oggi c’è un accordo che prevede che venga composto da un presidente e da due vice, senza tener conto delle tre regioni”.

– Lunedì avete parlato di boicottaggio, avete sospeso la riunione. Che cosa è successo?
Abbiamo sospeso il progetto per ottenere soluzioni concrete alle questioni in disaccordo dalla delegazione del Consiglio di Stato e li abbiamo inviati all’email del Segretario generale, dopo di che abbiamo interrotto la sospensione e siamo tornati alle discussioni regolarmente”.

-Un’ultima domanda, l’Italia può fare qualcosa per aiutarvi in questo processo?
Ora quello che serve è che tutte le parti ci aiutino a trovare una soluzione concordata che serva al progetto di ripristino dello Stato”.