Libia. Il presidente della Commissione sicurezza al-Mayoubh a Ng, ‘necessaria una risposta formale del governo Italiano, non sui social’

a cura di Vanessa Tomassini

Con la conferma delle missioni italiane in Libia e l’aumento di un centinaio di uomini nel Paese, come era già accaduto lo scorso luglio quando era stata deliberata la nostra missione navale in supporto alla guardia costiera di Tripoli, anche oggi non si è fatta attendere una reazione da parte della Camera dei Rappresentanti, meglio nota agli italiani come “Governo di Tobruk”, rappresentato da Aguila Saleh Issae e dal suo uomo forte Khalifa Haftar. Mentre la nostra ambasciata “Italy in Libya” tramite un tweet ha cercato di minimizzare la situazione parlando di “notizie inaccurate sui media”, la Camera dei rappresentanti ha emesso un comunicato con il quale condanna la presenza militare italiana nel Paese, al quale ha fatto seguito un altro documento indirizzato al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni unite con il quale 77 politici, giornalisti ed attivisti denunciano una “grave violazione della sovranità libica” da parte del parlamento italiano. Per cercare di comprendere le loro ragioni, abbiamo raggiunto Talal Abdullah al-Mayhoub, presidente della commissione per la Difesa e la Sicurezza nazionale del governo di Tobruk.
al-Mayhoub si è mostrato molto amareggiato e ci ha detto che “Gli italiani conoscono molto bene la sensibilità della posizione dei libici, i quali sperano di risollevare il Paese dalle sue tragedie e voltare pagina. Gli eventi attuali in Libia e la presenza del terrorismo rappresentati da Daesh ed al-Qaeda, ma anche dalla corrente politica islamica dovrebbero rendere imperativo per l’Italia il sostegno alla guerra contro il terrore e la sconfitta dei terroristi, non tornare al vecchio sogno in Libia, sostenendo il lato riluttante dei gruppi estremisti e delle milizie!” .

– Stiamo collaborando, da quello che è dato sapere a noi giornalisti, con il governo di Accordo Nazionale per fermare i traffici illegali e l’immigrazione clandestina. Cosa ne pensa?
“Non ci sono navi che trasportano migranti nell’area geografica controllata dal generale Khalifa Haftar, capo del Libyan National Army, l’immigrazione viene dalla parte occidentale del Paese, da quella supportata proprio dall’Italia. Sto parlando del governo di al-Serraj ovviamente. I tentativi italiani di aumentare le loro forze in Libia, e nella città di Misurata in particolare, sono fortemente respinti. Siamo di fronte ad una flagrante violazione della sovranità libica, noi speriamo nei rapporti e negli scambi reciproci con gli italiani, ma non a spese della nostra sovranità! Quando la parte italiana ci ha fatto visita aveva accettato di rispettare la sovranità libica e di aiutarci a combattere il terrorismo, ma sfortunatamente il voto del vostro Parlamento non va in questo senso” .

– Ma il tweet della nostra ambasciata “Italy in Libya” dice che non è cambiato nulla. Non è così?
“Nella nostra dichiarazione abbiamo chiesto al ministro della Difesa italiano di chiarire il voto del vostro parlamento, è necessaria una risposta chiara e formale da parte del governo italiano, non uno scoop sulle pagine dei social network! Noi siamo sani interlocutori, rispettiamo la Repubblica Italiana, ma allo stesso modo l’Italia deve rispettare la sovranità libica e non deve interferire nei nostri Affari Interni” .

– Lei dice di rispettare la Repubblica Italiana, ma non crede che i vostri comunicati come quello emesso a luglio per la missione navale, possano essere usati dagli islamisti per lanciare attacchi contro il nostro paese o contro il nostro personale diplomatico in Libia?
“Certo! Ma l’Italia è la prima a sostenere le milizie e di conseguenza gli estremisti. L’Italia deve confrontarsi con le legittime autorità del paese e non con le milizie; quando 5 milioni di euro sono stati offerti alle milizie di Sabrata, diventa chiaro in seguito chi è estremista e responsabile dell’immigrazione clandestina, lo abbiamo già fatto presente al vostro ministro degli Interni durante la sua visita a Tobruk. Spero che questo mio dialogo con lei raggiunga gli italiani affinché capiscano che il loro governo sta fornendo un supporto illimitato alle milizie nell’ovest del paese, mettendo a rischio gli interessi comuni, causando instabilità e prolungando la crisi in Libia” .

– Lei mi continua a parlare di sovranità libica, ma lo sa da dove arrivano le armi al vostro generale Haftar, che molti vedono colpevole di efferati crimini di guerra?
“Questo non è vero. Il generale Khalifa Haftar è il capo delle Forze armate arabe libiche, un’istituzione legittima autorizzata dalla Camera dei Rappresentanti libica. Sono i gruppi terroristici e le milizie ad accusare Haftar di crimini di guerra, perché sta combattendo per sconfiggere il terrorismo e per liberare il Paese dal caos, uccidendo e tagliando le loro teste. I centri di addestramento e le università militari sono sotto l’egida del Comando generale, mentre la recente caduta del legislatore delle milizie di quello che è noto come il governo di Fayez al-Serraj ha devastato la capitale Tripoli. Di questo l’Europa deve essere ben consapevole!”.