Libia. Il tribunale di Tobruk si pronuncerà il 24 dicembre sulla causa di Saif al-Islam contro il ministro Bouaira

di Vanessa Tomassini

La Corte di Giustizia di Tobruk guidata da Soma Abdel Mawla, ha tenuto questa mattina la sua terza sessione del processo contro il membro del parlamento Abu Baker Bouaira, chiamato in causa da Saif al-Islam, figlio preferito del defunto leader libico Muammar Gheddafi. Le accuse sono quelle di diffamazione e calunnia, poiché l’imputato aveva dichiarato in un’intervista ad un giornale locale che il figlio del rais non fosse laureato. Il processo è stato seguito dallo storico avvocato e portavoce dei Gheddafi, Khaled al-Zayidi, recentemente intervistato dal nostro giornale.
In una dichiarazione al canale televisivo Libya24, l’avvocato al-Zayidi ha dichiarato che “durante il processo è stato confermato che le accuse di calunnia contro l’imputato, Abu Baker Bouaira, soddisfano tutte le condizioni, dal momento che è stata stabilita dalla giurisprudenza e dalla magistratura che l’accusa è basata sulla fabbricazione e falsa assegnazione di un atto”. L’avvocato ha proseguito affermando che “la condotta rappresenta un crimine intenzionale” in quanto l’imputato sarebbe stato a conoscenza della laurea in economia del dott. Gheddafi.
Non era presente invece il membro del governo chiamato in causa, ragione per cui già il 16 ottobre scorso la corte aveva respinto una richiesta del suo difensore di rappresentare il suo cliente senza che l’interessato fosse presente all’udienza, stabilendo che il convenuto doveva presenziare per consentire al suo avvocato di difenderlo nel procedimento penale, mentre valutava come non rilevante la presenza della parte offesa. La sentenza è attesa per il prossimo 24 dicembre e il caro Saif sembra già pronto a festeggiare, dove non si sa.