Libia. In vista del meeting di Parigi l’Audit Bureau rivela gli sperperi del Consiglio presidenziale

di Vanessa Tomassini

Il ministro degli Esteri francese Jean-Yves Le Drian ha confermato le voci trapelate nei giorni scorsi circa l’evento in programma per il prossimo 29 maggio a Parigi, su iniziativa del presidente Emmanuel Macron: “Come ha detto Salamé al Consiglio di sicurezza il 21 maggio, oggi in Libia c’è un’opportunità da cogliere: i canali di dialogo si sono moltiplicati, il consenso tra attori libici e internazionali è emerso intorno all’organizzazione delle elezioni. A sostegno dell’attuazione della tabella di marcia del rappresentante speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite, la Francia sta compiendo ogni sforzo per raggiungere una soluzione politica che riunisca, su base inclusiva, i vari attori libici, tra cui tenere elezioni generali nel 2018, espressione della sovranità del popolo libico”.
L’iniziativa francese intende riunire i vari attori politici dello scenario libico dal Governo di Accordo Nazionale all’Alto consiglio di Stato, dal generale Khalifa Haftar alla presidenza della Camera dei Rappresentanti, oltre ad altre figure di rilievo attuali e passate. Ancora una volta la Francia prende l’iniziativa, ma mentre la diplomazia dell’Eliseo prepara gli ultimi visti, l’incontro sembra già fallito. Non bastavano le divisioni e le reazioni negative scatenate dall’invito fatto ad alcuni escludendo altri, a complicare i piani dell’Eliseo ci ha pensato anche l’Audit Bureau pubblicando il “terribile rapporto” dell’anno 2017, fatto di spese folli ed ingiustificate.
Alcuni dei dati più scandalosi riportati dall’Audit Bureau, la Corte dei conti libica: 943.117 dinari libici per l’ufficio del procuratore, 335.775 spesi dal deputato Abdul Salam Kagaman, 94.040 dal vicepresidente Ahmed Maeteeq, 464.740 spesi per attrezzature degli uffici della presidenza, 4.703.064 per auto e trasporti, 2.769.588 per prenotazioni alberghiere all’interno del Paese, 8.757.013 per alloggi all’estero e viaggi, 99.000 dollari è la spesa per i viaggi in aeromobile del presidente Fayez al-Serraj e accompagnatori, 98.500 per un jet privato per il vice Fathi al-Majbari. Chissà come la prenderanno i libici nel vedere il loro presidente volare a Parigi fra 3 giorni…
Ma quello che fa ancora più strano è che l’inviato speciale delle Nazioni Unite, Ghassan Salamè, ha sempre parlato di riconciliazione e Conferenza nazionale, ma nessuno aveva intuito si dovessero tenere in Francia. Per questo sui social qualcuno si chiede se UNSMIL non sia in realtà l’ambasciata di Francia a Tripoli. Come ha riferito Repubblica, citando una fonte della Farnesina: “questi eventi singoli, spettacolari, fatti per le telecamere, non favoriscono il processo di dialogo politico e pacificazione, che secondo noi ha invece bisogno di una progressione discreta e non necessariamente sotto la luce dei riflettori”.