Libia. Johnson, ‘Sirte nuova Dubai, basta rimuovere i cadaveri’. Sotto attacco il ministro degli Esteri britannico

di Vanessa Tomassini – 

Aumentano le condanne dalla comunità internazionale per le dichiarazioni del ministro degli Esteri britannico, Boris Johnson, sulla Libia. Johnson, parlando al congresso del partito conservatore a Manchester e descrivendo le sofferenze del popolo libico in seguito alla guerra civile, scoppiata nel 2011, ha dichiarato che la Libia, grazie alle sue spiagge bianche e ai suoi giovani brillanti, potrebbe attrarre turisti da tutto il mondo. In particolare il ministro londinese ha riferito che gli imprenditori inglesi sono impazienti di tornare ad investire nel paese, soprattutto a Sirte, che potrebbe diventare la nuova Dubai. “L’unica cosa che i libici devono fare è rimuovere i cadaveri”, ha detto prima di scoppiare a ridere.
La dichiarazione di Jhonson giunge a ridosso della conferenza stampa tenuta a Tripoli lo scorso 28 settembre, dal capo delle indagini presso l’Ufficio del procuratore generale libico, Sadek Assour, che aveva rivelato come 780 cadaveri di miliziani dell’Isis sono conservati dalle autorità nelle celle frigorifere degli obitori e che ancora molti erano sepolti tra le macerie, proprio nella città di Sirte.
Il comportamento di Johnson non è passato inosservato e all’interno dello stesso partito è montata la polemica, mentre da tutte le parti si continua a chiederne le sue dimissioni. Emily Thornberry, rappresentante della Commissione Esteri per i laburisti, ha definito le dichiarazioni fatte da Johnson un modo “grossolano, spietato e crudele” di affrontare la crisi libica. “È incredibile che Johnson si riferisca a tutte queste morti come un banale inconveniente prima che gli imprenditori britannici trasformino la città in un resort”, ha dichiarato la Thornberry.
Anche il responsabile per gli esteri del partito liberaldemocratico, Jo Swinson, ha attaccato duramente il ministro degli Esteri, affermando che Johnosn non è all’altezza del suo incarico mentre rivolgendosi al primo ministro Britannico, Theresa May, ha chiesto di fare pulizia e licenziarlo.
Dalla Libia, invece, membri della Camera dei Rappresentanti di Tobruk si chiedono se le parole di Johnson riproducano o meno il pensiero del Regno Unito. In particolare, il parlamentare Salah Suhbi, intervistato dal giornale libico “Libya Herald” ha dichiarato: “È crudele e inaccettabile che il capo della diplomazia britannica parli e si comporti in tal modo”.
Non è la prima volta che il capo della diplomazia inglese è al centro delle polemiche. Il ministro, ex sindaco di Londra, ha già fatto parlare di sé in diverse occasioni per i suoi modi tutt’altro che diplomatici come definire l’ex presidente americano, Barack Obama, “un mezzo keniano”.