Libia. La Cina guarda sempre più da vicino

di Vanessa Tomassini

Ieri il presidente dell’Alto Consiglio di Stato, Abdulrahman al-Suwaheli, ha ricevuto a Tripoli l’ambasciatore cinese Li Zigu. Al centro delle discussioni: gli sviluppi della scena politica, ma soprattutto gli aspetti economico-commerciali e la cooperazione congiunta tra i due paesi.
L’ambasciatore cinese ha confermato il sostegno al processo di modifica dell’accordo politico come unica via per uscire dall’attuale crisi e la necessità di lavorare per raggiungere una soluzione politica globale per ripristinare la stabilità e la sicurezza in Libia, rispettando l’action plan delle Nazioni Unite.
Il diplomatico ha confermato la disponibilità di Pechino a fornire assistenza allo stato libico, specialmente negli aspetti economici e commerciali, apprezzando il miglioramento delle condizioni di sicurezza che incoraggia il ritorno delle compagnie cinesi, per completare i progetti in stallo, nonché dell’ambasciata. Il presidente al-Suwaheli ha incoraggiato questa ipotesi, in quanto la riapertura della sede diplomatica cinese nella capitale contribuirebbe alla stabilità ed incoraggerebbe molti altri Paesi a seguire questo esempio.
Il presidente dell’alto Consiglio di Stato si è detto impaziente di poter collaborare con la Cina come una delle maggiori potenze economiche mondiali per riprendere i lavori su alcuni progetti in stallo dal 2011.
Fino allo scoppio della guerra civile nel 2011 la Cina era presente nel Paese nordafricano con modesti investimenti soprattutto nel campo oil e gas. Si stima che 36.000 cittadini cinesi siano stati costretti a lasciare il paese allo scoppiare della rivoluzione. Da allora, costruttori cinesi come la China State Construction Engineering Corporation (CSCEC) hanno cercato un risarcimento per le loro perdite; CSCEC ha accettato di riprendere il lavoro su un progetto di alloggi di 20.000 unità a Bengasi in cambio di un contratto aggiuntivo per l’infrastruttura, ma la situazione della sicurezza ha fermato le operazioni. Secondo alcune nostre fonti la Cina avrebbe anche preso accordi con Tobruk per diversi investimenti e costruzione per decine di milioni nel settore edile e sanitario. La visita del funzionario Zigu ha fatto seguito a quella del neo ambasciatore britannico, Frank Baker. Il via vai di ambasciatori da e per la Libia lasciano sperare una riapertura di diverse ambasciate in tempi relativamente brevi, seguendo l’esempio italiano presente da oltre un anno con l’ambasciata di Tripoli e un ufficio erogatore di servizi alla cittadinanza nella zona Est di Tobruk.