Libia. La Noc riapre i rubinetti del petrolio, mentre i regolari puntano su al-Jufra

di Mohamed Ben Abdallah

Si è appreso oggi l’annuncio della compagnia petrolifera di Stato Noc (National Oil Corporation) della rimozione dello stato di forza maggiore nei terminal petroliferi, situazione che di fatto ne aveva determinato il blocco della produzione. Diversi siti erano stati bloccati da milizie di tribù locali, che avevano atteso il passaggio degli scontri tra eserciti e quindi la stabilizzazione della situazione.
In una nota la Farnesina ha espresso “di accogliere con favore la decisione della Noc di rimuovere lo stato di forza maggiore in tutti i terminal petroliferi, il cui blocco ha provocato ingenti danni alle finanze della Libia e ha aggravato le condizioni umanitarie del popolo libico.
L’annuncio costituisce un primo rilevante passo nella direzione di una totale ripresa della produzione petrolifera in tutto il Paese, condizione essenziale affinché la Libia possa proseguire nel percorso di stabilizzazione e pacificazione tracciato dal Processo di Berlino, sotto gli auspici delle Nazioni Unite.
L’Italia continuerà a sostenere gli sforzi libici e della missione onusiana UNSMIL verso l’obiettivo di un’equa e trasparente distribuzione delle risorse del Paese, ad esclusivo beneficio e nell’interesse del popolo libico”.
Intanto prosegue la controffensiva dei regolari di Tripoli, sostenuti dai militari turchi e dai combattenti di gruppi dalle varie sigle contro l’Esercito nazionale libico di Khalifa Haftar, questo sostenuto con armi e mezzi da Emirati Arabi Uniti, Egitto e Arabia Saudita, e forte di migliaia di mercenari sudanesi e ciadiani, nonché di un migliaio di contractor russi della compagnia privata Wagner.
Recentemente il presidente egiziano Abdel Fatah al-Sisi aveva indicato negli attacchi alla base militare strategica di al-Jufra e alla città di Sirte la “linea rossa” superata la quale intervenire direttamente nel conflitto, ed è proprio lì che i militari di Tripoli e quelli turchi stanno puntando.
Ad al-Jufra vi sono tra l’altro 14 aerei fra Mig29 e Su24, procurati dalla Russia e prontamente riverniciati e affidati a piloti mercenari, e potrebbero essere stati loro a colpire alcuni giorni fa al-Watiya distruggendo infrastrutture da difesa e apparecchiature da disturbo delle comunicazioni.
Di certo l’offensiva di Hafar su Tripoli, iniziata nell’aprile dello scorso anno e che si sarebbe dovuta concludere a suo dire in un mese, si è trasormata in un fallimento, specialmente dopo la perdita della base di al-Watiya, da dove partivano gli attacchi del generale “di Tobruck” sulla capitale.
Obiettivo di Haftar era quello di mettere le mani sui soldi della Banca centrale libica per rifondere i molti debiti di guerra che sta contraendo, anche perchè sono venuti alla luce miliardi di dinari falsi stampati in Russia che di certo non sono risultati utili per pagare i mercenari sudanesi ma neppure i gruppi estremisti che stanno combattendo per lui, divenuto ormai un rais dopo aver esautorato la Camera dei rappresentanti “di Tobruck”.
La riapertura degli oleodotti portarà liquidità nelle casse della Noc ma anche in quelle delle varie tribù locali, contribuendo alla stabilizzazione dei territori tornati sotto il controllo del Governo di Tripoli, riconosciuto dall’Onu.