Libia. Le reazioni per l’orrore di Al-Abyar; intanto il principale sospettato ordina un’indagine

di Vanessa Tomassini – 

Il ragazzo che vedete in foto è Muftah Muhammed Idris, il suo corpo è stato ritrovato tra i 37 (anche se ora sembrerebbero 36) cadaveri di Al-Abyar, vicino Bengasi. “Muftah non era un islamista” ci dice un suo parente “era un infermiere, che studiava medicina ed era appena tornato da Londra con suo padre”.
Le foto del ritrovamento e i video girati nell’obitorio hanno subito scatenato le reazioni di tutto il mondo politico e diplomatico come la nostra ambasciata che sul suo profilo Twitter “Italy in Libya” afferma: “Inorriditi alla vista dei corpi ritrovati ad Al-Abyar. Un crimine così efferato non dovrà rimanere impunito”. Duro anche il commento dell’Alto Rappresentante della Missione in Libia delle Nazioni Unite (Unsmil), Ghassan Salamè, che ha sottolineato che non si tratta del primo caso, anzi negli ultimi due anni assassini di massa come questo sono stati tantissimi, ma nessuno è stato mai individuato e perseguito come responsabile. “Sono spaventato da questo orribile reato. Chiedo un’inchiesta tempestiva, imparziale e efficace per portare alla giustizia i perpetratori ” ha aggiunto Salamè. L’Alto Consiglio di stato aveva già dichiarato di aver aperto un’indagine a cui si è aggiunta la volontà di inseguire i responsabili anche da colui che da molti è considerato il primo sospettato, Khalifa Haftar, come riporta il quotidiano Libya 24, il quale cita Sami Shamis, uno dei fondatori del movimento “Akhtona”, che ha criticato duramente l’uomo forte di Tobruk, perché sembra certo che chi ha perpetrato tale orrore provenga dal mondo militare.