Libia, Regeni, Tunisia: il punto con il ministro Gentiloni

intervista a cura di Marco Pugliese –

Sentito a margine della conferenza stampa tenutasi a Bolzano, il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha risposto alla domanda sull’allargamento della missione Nato Active Endeavour dall’Egeo al Mediterraneo meridionale, richiesto dalla sua collega Roberta Pinotti, affermando che “serve equilibrismo, poiché la questione si presenta complessa. Infatti i nostri interessi in Libia e la galassia di tribù la cui affiliazione a leader resta dubbia, hanno portato il nostro asset diplomatico sull’attesa. Il ministro Pinotti è però il perno della trattativa tra libici, Ue, Usa, e l’Italia è quindi al lavoro su più fronti con in testa l’interesse nazionale”.

– Parliamo dell’affaire De Giorgi e degli interessi dei francesi…
Si tratta di una questione tortuosa, e un ministro non può dar retta a dietrologie, soprattutto nei riguardi di un paese amico”.

– Come intende procedere l’Italia nella missione nel Mediterraneo per la crisi dei migranti in arrivo dalla Turchia e dalla Libia?
La missione della nostra Marina nel Mediterraneo non sarà infinita, ma non vi saranno blocchi navali ed interventi particolari che non siano esplicitamente sotto ombrello dell’Onu. Auspico anche un netto miglioramento per arrivare alla stabilizzazione della Libia e quindi alla gestione dei flussi, per arrivare a un blocco”.

– Saranno i nostri militari a mettere lo scarpone sull’altra sponda del Mediterraneo, magari con i galloni del comando?
Pare di sì, attualmente in Libia operano forze speciali congiunte, il resto lo stiamo valutando”.

– Parliamo di Tunisia: l’Italia è direttamente impegnata nel contribuire alla stabilità del paese, sostituendo di fatto la Francia?
Siamo in prima linea nel supportare la Marina tunisina, l’operatività ed il coordinamento delle armi ed il pattugliamento del confine critico con la Libia, “rimappato” dalla ricognizione italiana”.

– Si dice tuttavia che per la Tunisia, dopo gli attentati e gli attacchi terroristici, sarebbero pronte forze speciali italiane in supporto a quelle del paese nordafricano…
Vi è la necessità di un intervento sinergico con i tunisini, alto non posso dire”.

– Parliamo del caso Regeni: progressi in vista?
Le indagini vanno avanti, noi vogliamo fare chiarezza sulla questione”.

– E sul Brennero?
Se l’Austria proseguirà nel progetto di controlli serrati al confine, noi ci faremo sentire in modo deciso a Bruxelles, poiché un muro non risolve un problema geopolitico”.