L’impenetrabile Corea del Nord

di Manuel Giannantonio

Negli ultimi mesi si sente moltissimo parlare della Corea del Nord e soprattutto del suo leader con quel volto un po’ buffo. I media parlano apertamente di minaccia militare e nucleare, non passa giorno che non si parli del botta e risposta con gli Stati Uniti. Ma cosa si sa di quel paese così lontano? Perché preoccupa così tanto? E soprattutto chi è Kim Jong-un?
Nata ufficialmente nel 1953, la Corea del nord è il paese più chiuso al mondo, l’ultima grande dittatura comunista, paranoica e aggressiva. Difficile conoscere la realtà sociale di un territorio controllatissimo. Questo paese ha bloccato qualsiasi influenza esterna e promuove i valori dell’indipendenza e dell’autonomia ai suoi abitanti. Un territorio dove la globalizzazione non ha lasciato nessuna traccia. La sua estensione territoriale comporta circa 1.500 km di frontiera con la Cina e 19 km con la Russia. Il paese ha una frontiera di 238 km con la Corea del Sud, con la quale non è mai stato firmato un accordo di pace e quindi ufficialmente ancora in guerra. Qualsiasi forma di comunicazione tra i due paesi diventa un affare di Stato, che sia una lettera o una comunicazione radio. Il paese si erge sul dominio militare, sulla logica totalitaria. Un regime comunista che mobilita un culto della personalità consacrato ai propri leader. Inoltre è tristemente noto per essere uno degli ultimi paesi al mondo per quanto concerne la situazione dei diritti dell’uomo. Il paese guidato dal “supremo leader” Kim Jong-un è il più militarizzato del mondo, circa la proporzione di popolazione ingaggiata nelle forze armate per un totale di 9.459mila uomini attivi. Tra i programmi condotti ci sono anche quello nucleare e spaziale.
Regime totalitario, dinastia famigliare (la prima comunista della storia) e repressione brutale. Eppure, ogni anno 130mila persone visitano la Corea del Nord. Quello che i turisti vedono però è frutto di un prodotto artificiale e ben confezionato, su misura e quindi surreale. Ogni gruppo è sempre accompagnato da due guide che mai lasciano i turisti e garantiscono una buona immagine del paese ricordando anche gli slogan della propaganda del regime. Il turista è una potenziale minaccia che pertanto va ben controllata. La realtà viene messa sotto il tappeto come la polvere. Una commissione d’inchiesta dell’Onu nel 2014 stima che centinaia di migliaia di oppositori politici sono periti nei campi di detenzione e di lavoro negli ultimi 50 anni, cosa che puntualmente la commissione qualifica come crimini contro l’umanità.
Lo stato è regnato da una dittatura severa ed estrema. In questo senso è molto significativo un piccolo dato particolare quanto curioso, ma dietro al quale si cela un mondo di ristrettezze e imposizioni: esistono solo 28 tipologie di tagli di capelli consentiti. Inoltre, se si sta leggendo un giornale raffigurante il supremo leader o i suoi predecessori e si piega anche inavvertitamente il giornale, si rischia la galera, per non parlare di cosa aspetta se per sbaglio viene strappata la pagina. Come ogni regime totalitario, anche la Corea del Nord non si sottrae al controllo dei media. Tutto è ampiamente controllato. Sembra quasi di trovarsi tra le pagine del romanzo distopico per eccellenza “1984” di George Orwell. Il primo canale Televisivo Centrale Coreano apparso nel 1963 resta il canale principale. Trasmette dal ministero della Propaganda e dell’Informazione. Questo canale generalista esorta in maniera particolare al culto della personalità dei differenti dirigenti della dinastia. Il canale è attivo unicamente dalle 17.00 alle 22.30, tranne la domenica, giorno in cui il telegiornale dura dalle 9.00 alle 22.30. Vengono trasmesse le attività dei dirigenti, i fatti del partito così come clip patriottiche, il tutto sostanzialmente finalizzato a glorificare il partito. Ogni giornalista inizia il proprio discorso salutando il “supremo leader”. Guai a guardare altro, tanto che i cittadini hanno il diritto di vedere solo canali nord coreani. Nel novembre del 2013 90 persone sono state uccise per aver guardato dei programmi sudcoreani grazie ai DVD clandestini provenienti dalla Corea del Sud.
Il mezzo di comunicazione più usato al mondo è il web. In effetti si sta leggendo il presente articolo da uno smartphone o da un pc/tablet essendo sullo spazio web dove gira il più grande flusso di informazioni del mondo. Certamente questo in Corea del Nord non è possibile poiché internet non esiste. Esiste un intranet controllatissimo dal governo in maniera brutale e repressiva per il quale lavorano molti esperti che limitano gli accessi filtrando anche le caselle mail degli utenti. La presenza minima della Corea del Nord nello spazio web, ovviamente, è dedicata a temi di propaganda del regime e lo stesso cyber spazio del paese è consacrato al “supremo leader”. Naturalmente l’intranet non è per tutti. È accessibile solo alle matricole universitarie, uomini d’affari e alti funzionari che hanno comunque ottenuto un’autorizzazione speciale. Le stazioni radio sono 17 e si occupano quasi esclusivamente del regime quando non trasmette canzoni e canti di gloria anch’essi dedicate alla dinastia dei Kim.
Il paese fa di tutto per rinforzare il proprio esercito. Come ogni dittatura che si rispetta, lo strumento militare è la chiave dell’affermazione del potere. Per nutrire questa tradizione già portata avanti da suo nonno e successivamente dal padre, Kim Jong-Un organizza spessissimo parate militari per eventi differenti. Tra le ricorrenze, l’anniversario del paese, il ricordo del padre e dell’adorato nonno e ovviamente ogni occasione è buona per mostrare i muscoli. La sincronizzazione dei passi dei soldati è impressionante e simbolicamente esprime molto chiaramente la rigidità del regime nord coreano. Tra le intenzioni del leader non c’è solo quella di mostrare la propria forza al mondo ma soprattutto di inculcare al proprio popolo che l’esercito nordcoreano sia il più potente del mondo. Tuttavia il vero strumento di minaccia e di sopravvivenza del regime resta la minaccia atomica.
Il supremo leader del paese (così si fa chiamare) è un giovane trentenne di nome Kim Jong-un che tutti ormai, abbiamo visto almeno una volta. Succeduto al padre Kim Jong-il, perpetua la propaganda e si mostra più inflessibile del padre facendo uccidere suo zio Janf Song-thaek, eliminando con lui qualsiasi forma d’opposizione e recentemente il fratellastro, facendolo avvelenare da due donne presso l’aeroporto di Kuala Lumpur, in Malesia, ed assicurandosi così la legittimità al trono. La notizia comunque più ufficiosa che ufficiale, anche se i fatti lasciano spazio a pochi dubbi.
La propaganda nordcoreana appare totalmente assurda e irreale ma funziona e piuttosto bene. A permetterlo vi è una propaganda già vecchia di sei decenni e una popolazione totalmente indottrinata e sottomessa. In effetti la grande maggioranza della popolazione ha conosciuto soltanto le verità perpetrate dal regime. Le persone sono misurate e plasmate.
La politica internazionale della Corea del Nord si iscrive in un contesto ristretto costituito da tre grandi fattori: la volontà di promuovere la democrazia, la lotta per le libertà e la partizione della penisola coreana in guerra tra nord e sud dal 1953. La penisola coreana resta l’unica entità geografica che sia ancora divisa dopo la Guerra Fredda per finire nell’ottica della lotta contro la proliferazione di armi di distruzione di massa e la lotta contro il terrorismo. La separazione della Corea diventa il simbolo della Guerra Fredda. Le truppe di occupazione sovietiche lasciano lo stesso anno il paese ma la Corea del Nord resta cementata nel blocco comunista. La sua invasione da parte della Corea del Sud nel 1950 è denunciata dall’Onu che manda una forza militare multinazionale a respingere gli invasori. Il paese riceve l’appoggio della grande Cina popolare. La pace si stabilisce nel 1953 e regolarizza la frontiera che esisteva prima del conflitto al 38mo parallelo. Le relazioni tra le parti migliorano nel corso degli anni ma il progetto di riunificazione sfuma. Negli ultimi anni le inquietudini suscitate dalle armi nucleari che possiede la Corea del Nord conducono la stessa nell’attualità internazionale. Le minacce contro la Corea del Sud e i test condotti isolano Pyongyang. L’opacità che circonda il regime contribuisce ad alimentare le speculazioni sulle reali intenzioni del “supremo leader”.
Le negoziazioni sullo stato della Corea del nord si svolgono ormai tra sei giocatori: le due Coree, gli Stati Uniti, il Giappone, la Cina e la Russia. Gli Stati Uniti si sono impegnati a non colpire il paese con la forza militare se la Corea del nord mette fine in maniera irreversibile e verificabile a qualsiasi programma nucleare. I fatti degli ultimi mesi forse mettono in discussione questo aspetto.