L’iniquo rapporto sino-latinoamericano

di Massimo Pascarella

Miniera a cielo apertoNel 2015 la volontà di infiltrarsi economicamente nella selva sudamericana è tornata ad esternarsi: i governi di Perù, Brasile e Cina hanno annunciato l’intenzione di costruire un treno che per collegare l’atlantico brasiliano al pacifico peruano.
La scommessa cinese rappresenta l’apogeo di un considerevole pacchetto di investimenti firmato “Asia” in America Latina nell’ultimo decennio.
Secondo i dati della Comisión Económica para América Latina y el Caribe (CEPAL), la Inversión Extranjera Directa (IED) nella regione è passata da circa 40 miliardi di dollari nel 2013 a 189 miliardi alla fine del 2014, dove le firme asiatiche hanno giocato un ruolo importante.
Negli ultimi cinque anni, il volume di investimenti diretti cinesi in America Latina è stata stimata oscillare tra i 9 miliardi di dollari a 10 miliaridi annuali.
La maggioranza di questi investimenti si è concentrata in commodities da esportare a Pechino, in preponderanza relazionata all’attività estrattiva:

-In Argentina sono stati tre i settori di interesse cinese: minerario (ferro); alimentare (soia); energetico (petrolio e gas);

-In Brasile, Pechino ha dimostrato interesse nell’immenso mercato di consumo interno, immettendosi nel settore tecnologico (Huawei, Foxconn), degli equipaggiamenti (Zoomliong, Liugong, Xuzhou Construction Machinery Group), delle telecomunicazioni (China Telecom), energetico (Astroenergy, State Grid, Sinopec), delle automobili (Shiyan Yunlihong Industrial and Trade, Effa motors, ecc.) e finanziario (ICBC), oltre alla presenza cinese nel settore agricolo e minerario;

-In Perù il flusso di investimenti cinese si concentra nel settore minerario (Shougang, Zijin mining Group, MMG, Jhinzao Mining, ecc.), con un focus (22 miliardi di dollari) nella produzione di rame che rappresenta il 36% del totale investito attualmente nel settore;

-In Venezuela, così come in Colombia, la Cina ha espresso la sua presenza attraverso investimenti nel settore estrattivo, in particolar modo in quello petrolifero.

Considerata la decelerazione cinese ed il ribasso del prezzo delle commodities, che inevitabilmente porteranno ad una contrazione della IED, bisogna cercare ulteriori settori di investimento analizzando principalmente due variabili: la sconsiderata affluenza di capitale cinese in settori vitalizi per alcuni i Paesi latinoamericani ed i problemi della stratificazione sociale portato dalle imprese cinesi.
I Paesi del Sud America esportano materie prime ed importano dalla Cina per lo più forniture tecnologiche (prodotti finiti), il che rende tale rapporto assolutamente non equo soprattutto in considerazione del lungo periodo.
La bilancia commerciale sino-latinoamericana presenta un retroscena spaventoso per l’economia della regione, ancora troppo imperniata su fonti energetiche esauribili ed alla mercé delle cadute repentine dei prezzi a causa delle incombenti congiunture internazionali.