Macedonia. Zaev, ‘da Ivanov tentativo di golpe’ e incassa appoggio di Ue, Albania e Kosovo

di Notizie Geopolitiche – 

Il presidente del Partito Socialdemocratico di Macedonia (Sdsm), Zoran Zaev, dopo la vittoria ottenuta di misura alle elezioni dell’11 dicembre scorso non ha ancora ricevuto dal presidente, il conservatore Gjorge Ivanov, il mandato di formare un governo.
I socialdemocratici stanno infatti per tornare al potere dopo 10 anni di governo del Partito Democratico per l’Unità Nazionale Macedone (Vmro-Dpmne, lo stesso movimento a cui è iscritto Ivanov), guidato dal premier uscente Nikola Gruevski, i cui ultimi anni di mandato sono stati caratterizzati da una conflittualità politica senza precedenti: alle gravi accuse di corruzione nei confronti del capo dell’esecutivo (suffragate da dossier diffusi dall’Sdsm) si sono infatti aggiunte le proteste studentesche del comitato Student’s Plenum e le pressioni dell’Unione Europea per l’organizzazione di elezioni anticipate.
Nonostante la vittoria il Sdsm, che ha ottenuto 49 seggi, ha però dovuto affrontare notevoli difficoltà per raccogliere una maggioranza sufficiente per governare, ossia 61 parlamentari; Zaev ha quindi lanciato la proposta di un’alleanza con i tre partiti rappresentanti della minoranza albanese, l’Alleanza per gli Albanesi, il Movimento Besa e l’Unione Democratica per l’Integrazione (Dui), i quali dopo trattative durate mesi hanno garantito i loro 18 voti in sostegno ad un eventuale governo socialdemocratico, mettendo il Sdsm nelle condizioni di avere una maggioranza.
Nonostante questo, Ivanov, molto probabilmente mosso dalla rivalità politica, si è rifiutato ieri di affidare il mandato a Zaev, appellandosi all’integrità statale che, a suo dire, sarebbe minacciata dalle aspirazioni indipendentiste degli albanesi di Macedonia. “La costituzione e la mia coscienza mi vietano di affidare il paese nelle mani di chi ne minaccia la sopravvivenza” ha infatti dichiarato Ivanov, scatenando l’immediata reazione di Zaev, il quale ha parlato di “colpo di stato”, invitando però tutti i suoi sostenitori a “rimanere calmi e non reagire alle provocazioni”.
“Ivanov ha compiuto un golpe, ha portato la Macedonia in una situazione di crisi politica, contrastando la volontà della maggioranza dei cittadini” ha affermato il leader socialdemocratico, il quale ha poi incassato l’appoggio dell’Ue tramite il Commissario europeo per la politica di vicinato e i negoziati per l’allargamento, Johannes Hahn, il quale con una nota ha invitato tutti i rappresentanti delle istituzioni a non intralciare il corso regolare della democrazia.
L’atteggiamento del presidente macedone è stato inoltre stigmatizzato da Kosovo ed Albania in maniera trasversale da maggioranza ed opposizione: mentre il capo del governo di Pristina, Hashim Thaci, ha invitato gli albanesi di Macedonia a “prendere in mano il loro destino”, il premier albanese Edi Rama ha invece twittato: “il nostro popolo non è un nemico ma una parte del paese. Senza di loro non c’è Macedonia, caro presidente”, dichiarazioni alle quali ha poi fato eco il leader dell’opposizione al governo di Tirana, Lulzim Basha, il quale ha affermato “questa situazione di stallo non contribuirà in alcun modo all’instaurarsi di una situazione di armonia tra le diverse etnie del paese…L’accettazione del bilinguismo emanciperebbe la società macedone, incrementandone le libertà”.