Malnutrizione: un problema globale

di C. Alessandro Mauceri

Sono più di tre miliardi (3,1) le persone che non possono permettersi una “dieta sana”. Vale a dire un’alimentazione che fornisca nutrienti fondamentali per la salute oltre che il giusto apporto calorico. È quanto emerge dal rapporto presentato recentemente dalla FAO. “Non basta garantire cibo a sufficienza per sopravvivere: ciò che le persone mangiano deve essere anche nutriente”, ha affermato David Laborde, direttore della Divisione economia agroalimentare della FAO.
Uno stato di cose che è stato influenzato dall’aumento dei prezzi degli alimenti. In oltre 50 paesi circa metà degli abitanti non ha le risorse per procurarsi cibo salutare. Ma in alcuni paesi di Africa e Asia questa percentuale può raggiungere il 90 per cento!
Il considerevole aumento dei prezzi dei prodotti alimentari è stato causato da diversi fattori. La pandemia globale ha colpito tutti i paesi, ma i danni maggiori sono quelli più poveri. A questo, nel 2022, si è aggiunta la guerra in Ucraina, uno dei principali fornitori di grano del mondo. Anche le sanzioni economiche alla Russia hanno fatto aumentato il prezzo di molti prodotti: fertilizzanti, petrolio e gas. E hanno reso più costoso produrre cibo. La guerra ha causato grave insicurezza alimentare e aumento del costo del grano e di tutti i prodotti correlati.
Stranamente il costo medio giornaliero per una dieta sana è cresciuto di più nei paesi meno sviluppati, dove il costo della vita dovrebbe essere più basso. Si va dai 3,89 dollari a persona in America Latina, a 3,72 dollari in Asia, a 3,46 dollari in Africa, a “solo” 3,19 dollari in Nord America ed Europa (3,14 dollari in Italia) e a 3,07 dollari in Oceania.
Come sempre i più colpiti sono i più piccoli. A confermarlo il rapporto dell’UNICEF “Undernourished and overlooked”. Nel mondo 51 milioni di bambini sotto i 2 anni soffrono di arresto della crescita: a causa della malnutrizione i loro corpi non riescono a crescere come dovrebbero. Di loro circa la metà diventano rachitici tra la gravidanza e i primi sei mesi di vita, il periodo di 500 giorni in cui un bambino dipende completamente dalla nutrizione materna. In Asia meridionale e nei paesi dell’Africa sub-sahariana 2 ragazze adolescenti su 3 sono sottopeso e 3 su 5 soffrono di anemia. Nei dodici paesi africani più colpiti dalla fame, il numero delle donne incinte in fase di allattamento che soffrono di malnutrizione acuta è aumentato del 25 per cento passando da 5,5 milioni a 6,9 milioni. Le ragazze e le donne delle famiglie più povere hanno il doppio delle probabilità di soffrire di sottopeso rispetto a quelle delle famiglie più ricche. La cattiva alimentazione viene spesso “tramandata” di generazione in generazione. In paesi come Afghanistan, Burkina Faso, Ciad, Etiopia, Kenya, Mali, Niger, Nigeria, Somalia, Sud Sudan, Sudan e Yemen, la mancanza di cibo adeguato e di nutrienti essenziali sta avendo un impatto disastroso sulla salute di intere comunità.
Anche i paesi sviluppati, quelli ad alto reddito non sono esclusi da questa piaga. In Italia, quasi il 3 per cento della popolazione (1,7 milioni) non riesce a garantirsi un regime alimentare sano. Una situazione preoccupante ma che non è molto migliore anche in altri paesi europei: in Spagna ad esempio questa percentuale è il 2 per cento, nel Regno Unito lo 0,5 per cento. La malnutrizione rimane una delle più grandi minacce sia per la salute dei bambini sia per le loro madri: casi di anemia tra le ragazze, per esempio, sono in crescita nell’Europa occidentale e in Nord America.
Mangiare “male” non significa solo malnutrizione. Spesso significa sovrappeso e obesità. Attualmente nel mondo, sono 2,6 miliardi le persone in sovrappeso o obese nel mondo, il 38 per cento della popolazione mondiale. Ma il loro numero è destinato a crescere rapidamente: secondo il World obesity atlas 2023 della World obesity federation entro il 2035 potrebbero diventare 4 miliardi. E, ancora una volta, a correre i rischi maggiori sarebbero i bambini e gli adolescenti. Non solo nei paesi ricchi, ma anche in molti paesi poveri del mondo. È qui che si stanno verificando i maggiori aumenti dell’obesità: dei dieci paesi a fare maggiormente i conti con l’obesità nei prossimi anni nove sono paesi a basso o medio reddito in Africa e in Asia.
Una situazione critica che vede allontanarsi la possibilità di raggiungere uno dei più importanti obiettivi dello sviluppo sostenibile, i Sustainable Development Goals.