Marocco. Forum Crans Montana. Mohammed VI chiede partenariati sud-sud innovativi

di Belkassem Yassine

I lavori della quarta edizione del Forum Crans Montana (FCM), iniziati venerdì 16 marzo a Dakhla, in Marocco, sono proseguiti a bordo della nave da crociera Gnv Rhapsody fino alla giornata di ieri, 20 marzo. Con il patrocinio di re Mohammed VI, il Forum Crans Montana riunisce ogni anno un migliaio di partecipanti e personalità da un centinaio di paesi, oltre a rappresentanti di diverse organizzazioni internazionali e regionali. All’ordine del giorno del forum vi sono numerose conferenze sui corridoi di trasporto marittimo e sulla lotta contro i cambiamenti climatici nei piccoli stati insulari in via di sviluppo.
La cerimonia d’apertura è stata segnata dal messaggio inviato da re Mohammed VI ai partecipanti, di cui lettura è stata data dal presidente della regione di Dakhla-Oued Eddahab, Ynja Khattat.
“Il Marocco fa della cooperazione sud-sud un vettore dell’emergenza di una Africa nuova, fiduciosa nelle sue potenzialità ed aperta sull’avvenire”, afferma il messaggio reale, sottolineando che si tratta di un impegno costituzionale “iscritto con lettere d’oro nella norma suprema del Regno”.
“Il Marocco ha sviluppato un vero modello innovante di cooperazione sud-sud che si basa sullo scambio di conoscenze, di competenze, di perizie e di risorse, associando l’insieme delle sotto-regioni del continente e dei settori pertinenti”, sottolinea il sovrano.
La cooperazione marocchina integrata e pluridimensionale conta in 15 anni oltre mille accordi firmati con 28 paesi africani. “L’offerta marocchina era unica nel suo genere nella misura in cui mette l’umano al centro delle sue preoccupazioni e coniuga l’economico ed il sociale, il culturale ed il cultuale, la sicurezza ed il militare”, continua re Mohammed VI indicando che la cooperazione marocchina sud-sud si esprime su un insieme di problematiche in linea con la stabilita e lo sviluppo d’Africa in cui, oltre al clima, la migrazione è ben presente.
“Il fenomeno migratorio costituisce un’opportunità e non una minaccia”, ha sottolineato ancora il sovrano, notando che la crisi migratoria attuale “non deve essere vissuta come una fatalità” e che chiede poi ad un rafforzamento della cooperazione, in primo luogo tra paesi africani, coi paesi del nord.
Quanto alla lotta contro gli effetti devastatori dei cambiamenti climatici, il sovrano ha così invitato i paesi del nord del pianeta a mantenere gli impegni rinnovati a Marrakech in occasione della COP22, particolarmente in materia di riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra e di finanziamenti delle strategie climatiche dei paesi del sud.
“Per progredire, l’Africa deve riunire tutta sua energia e deve adottare partenariati innovatori reciprocamente fruttuosi”, ha insistito re Mohammed VI lanciando appello agli “africani e le africane, e particolarmente i giovani, a mobilitarsi, in modo risoluto e determinato, per smontare le sfide lancinanti alle quali confrontato il continente e per iscriversi nel dinamica virtuosa della crescita condivisa”.
Il Marocco “tiene ugualmente a attuare dei progetti strategici di alto livello”, citando come esempio “il gasdotto africano Atlantico di cui l’obiettivo è di rifondere il mercato regionale dell’elettricità o ancora l’installazione di unità di produzione di fertilizzati con l’Etiopia e la Nigeria”. “È proprio in questa prospettive di condivisione reciprocamente benefica e di consolidamento delle partnership sotto-regionali esistenti che si iscrive il ritorno del Marocco in seno alla sua famiglia istituzionale, l’Unione Africana”.
In questa occasione l’ex presidente francese, Nicolas Sarkozy, ha affermato che “il ritorno del Marocco all’Unione Africana è molto importante per il paese, che ha la vocazione di paese ponte fra l’Europa e l’Africa, ma lo è anche per il continente perché è un’economia moderna, un paese stabile e democratico che ritorna sulla scena africana. Il Marocco spicca in questo senso come un “elemento importante” per il quale il fallimento dell’Africa finirebbe per essere il “dramma dell’Europa”, mentre il suo successo potrebbe significare invece la “sopravvivenza” del vecchio continente.
“Quel che il Marocco sta realizzando è davvero unico, in particolare se consideriamo gli ultimi 15 anni, durante i quali il mondo arabo-musulmano non è stato risparmiato e il Mediterraneo è stato devastato”, ha osservato Sarkozy, chiedendosi “Quali Paesi possono vantare negli ultimi 15 anni di aver mantenuto la stabilità, l’apertura, il progresso e la modernità nonostante le difficoltà, le crisi, le prove e i fallimenti, chi può affermare di eguagliare la stabilità marocchina degli ultimi anni? Chi può dire di aver avuto la possibilità di parlare in modo rivoluzionario, nel vero senso della parola, della modifica della Costituzione, del progresso della democrazia, dell’apertura alle forze politiche marocchine nella loro diversità? Il Marocco forte e stabile” che “per la propria posizione politica, storica e geografica, ha un ruolo di grande importanza”.
Nicola Ciraci presidente del gruppo di amicizia parlamentare Italia/Regno del Marocco che guida la delegazione italiana al FCM ha portato suo contributo intervenendo sul tema dell’immigrazione, il rinsaldamento dei rapporti tra i vari paesi del mediterraneo per rilanciare l’euro-mediterraneo come luogo di unità politica”.