Med 2017. Libia e sicurezza: ne parliamo con Ehab Abdulgader, di PetroGas

a cura di Vanessa Tomassini

ROMA. A margine del panel dedicato alla Libia, durante la seconda giornata della conferenza Rome Med 2017, abbiamo incontrato Ehab Abdulgader, coordinatore della compagnia petrolifera PetroGas, il quale tuttavia premette che “Non seguo molto i media libici, perché spesso non riportano le notizie correttamente”. In elegante giacca e cravatta, non ama parlare con i media, ha 32 anni, ma ne dimostra molti meno. Ehab Abdulgader è direttore di PetroGas dal gennaio dello scorso anno, con la responsabilità di misurare l’efficacia e l’efficienza dei processi aziendali, sia internamente che esternamente, per sviluppare e attuare strategie di crescita volte a migliorare il successo di PetroGas e dei suoi partner. I suoi compiti principali comprendono l’identificazione e la raccolta di capitali per favorire la crescita del business attraverso investimenti strategici e la consulenza a un numero di importanti società internazionali operanti in Libia in vari settori. Tra il 2005 e il 2008 ha lavorato presso l’Abbey Logistical Services nel Regno Unito e nel 2008 ha iniziato la sua carriera in PetroGas, dove in precedenza ha lavorato come Business Coordinator e come General Manager nel 2015.

– Avete avuto problemi con le milizie?
Sinceramente no, sicuramente ci sono problemi di sicurezza, ma noi provvediamo con alcune nostre risorse, anche attraverso agenzie private, ma fino ad oggi non c’è stato bisogno dell’intervento militare. Dipende sempre dalla compagnia, in quale settore lavora e per conto di chi“.

– Parlando di sicurezza, come vede il generale Khalifa Haftar?
Il generale Haftar è molto più impegnato a livello politico a dimostrare la sua forza, che sul piano territoriale. È sicuramente forte ed ha il supporto di molti libici, ma il suo obiettivo è sicuramente quello di ricoprire un ruolo politico, per questo stia dimostrando di essere pronto al dialogo”.

– Come saprà ci sono molte aziende italiane che dalla Libia sono state costrette a fuggire durante la guerra civile del 2011. Quando crede che potranno tornare ad operare in Libia?
Come le dicevo, dipende molto dal tipo di attività che svolgevano. Molte compagnie italiane di costruzione erano incaricate o avevano accordi con l’ex regime; per loro tornare in Libia sarà più difficile. Io collaboro con molti italiani e ci sono aziende che hanno continuato a lavorare in Libia, malgrado quello che è successo”.

– A proposito di ex regime, Ghassan Salamè ha riaperto la strada a Saif al-islam Gheddafi. Cosa ne pensa?
Riguardo all’apertura di Ghassan Salamè di aprire ad ufficiali ed esponenti dell’ex regime, credo ogni libico abbia il diritto di partecipare al processo politico a condizione che non abbiano commesso alcun reato o atto criminale prima o dopo il 2011″.