Med 2017. Terrorismo e caso Regeni: intervento del ministro degli Esteri egiziano Shoukry

di Vanessa Tomassini –

ROMA. Ad una settimana dell’attentato nel villaggio di Bir al-Abed, dove hanno perso la vita oltre 300 persone, l’Egitto affronta le sfide più attuali per il Mediterraneo: sicurezza, terrorismo e migrazione, alla seconda giornata della conferenza Med 2017 in scena in questi giorni al Grand Hotel Parco dei Principi, a Roma.
Il discorso del ministro degli Esteri della Repubblica Araba d’Egitto, Sameh Hassan Shoukry, apre a domante e soprattutto lascia trasparire preoccupazione per il futuro. “Gli eventi degli ultimi sette anni, durante i quali le istituzioni e i governi sono stati presi di mira, hanno aumentato le minacce per questa regione, in particolare le minacce del terrorismo e dell’estremismo, che hanno minato la coesistenza pacifica nell’area”, ha detto con tono fermo il ministro Shoukry. Per il capo della diplomazia egiziana, la sconfitta territoriale di Daesh ed al-Qaeda in Siria ed Iraq ha fatto sì che molti combattenti arruolati tra le file del sedicente Stato Islamico abbiano trovato rifugio in Nord Africa, in particolare in quei Paesi dove mancano istituzioni forti, come la Libia. Siamo tutti sotto attacco, in particolare i Jihadisti “stanno minacciando l’Egitto e i paesi africani”. Per questo parlando alla platea della sala Fernandez, Shoukry ha chiesto “uno sforzo maggiore” per modificare le dinamiche che minacciano la pace. “Siamo chiamati a cooperare per ripristinare l’equilibrio strategico che è andato perduto negli ultimi anni”, ha sottolineato, non escludendo l’uso della forza militare anche con il supporto di tutta la comunità internazionale, in particolar modo dei paesi dell’area mediterranea.
Il ministro ha poi parlato d’immigrazione ed in particolare della vicina Libia, da cui dipende la stabilità e la sicurezza dell’intera area. “Noi non supportiamo nessuno, ma dialoghiamo con tutti”, ha sottolineato Shoukry. Infine l’argomento che tutti aspettavano, la verità sul caso Giulio Regeni. “Siamo determinati a fare tutto quanto è possibile per mettere fine alla tragica vicenda, in modo soddisfacente per tutti”, ha affermato, sottolineando il fatto che “è la prima volta che un procuratore egiziano si è così aperto alla collaborazione, consentendo a rappresentanti esteri di partecipare alle indagini e di avere accesso ai dati”. “Non appena la società europea che abbiamo incaricato recupererà le immagini girate dalle telecamere nella metropolitana del Cairo, il nostro impegno sarà quello di fornirle agli inquirenti italiani”.