Merkel dopo il G7 spinge per l’Europa first!

di Guido Keller –

Poi dicono che i G7 non servono a nulla. Dopo essere rientrata a Berlino, una Angela Merkel diplomaticamente infuriata ha fatto capire Urbi ed orbi che con gli Usa di Donald Trump i tempi sono finiti, o meglio, che “I tempi in cui potevamo fare pienamente affidamento sugli altri sono passati da un bel pezzo, questo ho capito negli ultimi giorni”.
“Noi europei dobbiamo davvero prendere il nostro destino nelle nostre mani”, ha detto la cancelliera tedesca in occasione di una manifestazione a Monaco della Csu (Cristiano-sociali), aggiungendo che “dobbiamo avere coscienza del fatto che dobbiamo essere noi a lottare per il nostro futuro e il nostro destino degli europei”.
D’altro canto il G7 è stato in realtà un “G6 + 1”, con il presidente Usa che nei fatti l’ha spuntata un po’ su tutto, dal clima ai migranti, per cui non ha molto senso continuare a interloquire con chi non vuole farlo.
Già a Taormina Merkel aveva definito il colloquio sul clima “molto insoddisfacente”, proprio perché per Trump, come aveva spiegato in campagna elettorale, i cambiamenti climatici “sono una bufala inventata dalla Cina per minare la produzione industriale statunitense”.
E se il presidente Usa ha sottoscritto la dichiarazione sulla lotta al terrorismo anche on line e ha accettato con fatica l’idea di un commercio libero, non solo sul clima ma anche sui migranti l’ha spuntata, per cui i G7 “riaffermano il diritto sovrano degli Stati, individualmente e collettivamente, a controllare i loro confini e a stabilire politiche nel loro interesse nazionale e per la sicurezza nazionale”. Mandando di conseguenza all’aria il piano di Merkel e di Paolo Gentiloni per i quali sarebbe stata necessaria una politica di contrasto ai fenomeni migratori attraverso gli investimenti e la cooperazione con i paesi africani.
Non è a prima volta che Merkel invita implicitamente i colleghi europei a diffidare di Trump, come pure l’Unione Europea, specie ora che la Gran Bretagna si è messa fuori gioco, a riassumere un ruolo centrale in un mondo tripolare, cioè a guida della triade Usa – Russia – Cina. Una musica alle orecchierei tedeschi presi dalla campagna elettorale.
Fatto sta che l’amministrazione Trump non appare a Merkel, ma non solo a lei, politicamente affidabile, per cui è l’ora dell’Europa frist!, in contrasto con l’America first di Trump, il quale però su Cina, Nato e commercio internazionale sta già facendo marcia indietro.