Messico. Accusato di corruzione, il governatore del Veracruz è ancora irrintracciabile

di Marco dell’Aguzzo –

duarte-javierConsiderata la solidità del legame tra corruzione e impunità in Messico, difficilmente ci si sarebbe potuti aspettare quanto invece è accaduto lo scorso 12 ottobre: Javier Duarte, il famigerato governatore dello stato di Veracruz, decise in quella data di auto-sospendersi dal suo incarico per occuparsi a tempo pieno delle accuse (una cinquantina) di corruzione, appropriazione indebita e di arricchimento illecito mosse nei suoi confronti, e per le quali risultava ufficialmente indagato.
Ad un incipit, visto il contesto, quasi “eccezionale” è seguito uno sviluppo altrettanto fuori dal comune.
Privato dei suoi diritti di militante priísta (da PRI, il partito da cui è stato recentemente espulso) e accusato anche di legami con il crimine organizzato, Duarte ha deciso di sfuggire all’arresto rendendosi irreperibile. Il 19 ottobre il segretario degli Interni Miguel Ángel Osorio Chong – priísta anche lui – disse in un’intervista radiofonica che l’intelligence messicana stava lavorando per consegnarlo alla giustizia e che, pur non potendo escludere la possibilità di una sua fuga all’estero, riteneva che Duarte si trovasse ancora in Messico.
Alcuni credono però che Duarte possa essere fuggito in Canada, dove la legge impedisce la detenzione provvisoria e l’estradizione di una persona accusata di reati politici. L’attuale governatore del Veracruz, il panista (da PAN, il partito di centro-destra) Miguel Ángel Yunes Linares, ha accusato il PRI di aver aiutato Duarte nella fuga fornendogli un elicottero. Osorio Chong ha escluso «categoricamente» questa eventualità.
Ad oggi, comunque, Javier Duarte non è ancora stato localizzato.
Javier Duarte è una figura decisamente controversa. Celebrato come uno dei volti principali del «nuovo PRI» (parole del presidente Enrique Peña Nieto), nel 2010 è stato eletto governatore del Veracruz, diventando il candidato con il più alto numero di preferenze mai registrate fino ad allora nella storia dello stato. Eppure, sei anni dopo – il suo mandato avrebbe ufficialmente dovuto concludersi il 30 novembre –, Duarte era più impopolare che mai. E lo si è potuto osservare lo scorso 5 giugno, giornata di elezioni per il rinnovo dei governatori, quando il PRI ha perso il controllo del Veracruz dopo ottantasei anni consecutivi di governo.
Le ragioni del suo bassissimo indice di gradimento sono molte.
veracruz-stato-grandeDuarte è stato criticato per la sua incompetenza nella gestione dello stato: dal 2010 al 2015 il debito pubblico del Veracruz si è triplicato, e la percentuale di popolazione povera – pari al 58% degli abitanti totali – è aumentata del 5,4% dal 2012 al 2014. E tutto questo nonostante il sottosuolo veracruzano sia ricchissimo di giacimenti di petrolio e di gas da argille.
Duarte si è mostrato incapace anche di affrontare l’emergenza sicurezza, in un certo senso iniziata nel settembre 2011 con i massacri di Boca del Río (la cui responsabilità venne attribuita al Cartello Nuova Generazione di Jalisco e alla sua volontà di espansione nel Veracruz) e mai attenuatasi in tutti i sei anni del suo mandato. Veracruz è attualmente lo stato messicano col più alto numero di persone scomparse, e migliaia di resti umani vengono riesumati ogni giorno nelle numerose fosse clandestine sparse per tutto il suo territorio. I morti assassinati dal 2010 al 2015 ammontano a più di quattromila, e 735 quelli solo nei primi sei mesi del 2016.
Duarte è stato accusato di aver stretto degli accordi – una sorta di pax mafiosa – con il cartello dei Los Zetas prima e con il già menzionato Nuova Generazione di Jalisco poi, dopo che quest’ultimo ha sottratto ai primi il controllo del Veracruz. È stato accusato anche di limitare la libertà d’informazione, controllando radio e giornali, e di reprimere manifestazioni e proteste: durante il suo mandato sono stati assassinati diciannove giornalisti, il più famoso dei quali – sebbene sia stato ucciso a Città del Messico, dove si era rifugiato a seguito delle minacce ricevute nel Veracruz – è Rubén Espinosa.
Per ultimo, c’è la faccenda corruzione. Come scoperto dai giornalisti di Animal Político lo scorso maggio, tra il 2012 e il 2013 Javier Duarte si sarebbe appropriato di circa 645 milioni di pesos di fondi pubblici destinati alle fasce sociali più deboli attraverso una fitta rete di «imprese fantasma». Il procedimento è, nella sostanza, semplice: ricorrendo a dei prestanome, Duarte avrebbe creato delle imprese fittizie e le avrebbe fatto vincere gli appalti migliori; una volta ottenuto il denaro pubblico, le aziende venivano chiuse. Per ripulire quei soldi, nello stesso periodo di tempo Duarte avrebbe acquistato diciannove case a Miami, negli Stati Uniti.
Sempre secondo Animal Político, Duarte avrebbe in realtà iniziato a mettere a punto il meccanismo delle imprese fantasma già dal suo primo mese di governo, cominciando poi a comprare – non a suo nome, ovviamente – immobili in Messico e negli Stati Uniti per quasi un miliardo di pesos. Come riportato dal quotidiano Reforma, nel 2011 Duarte ha anche acquistato una barca italiana dal valore di 9,9 milioni di pesos, mentre con più di 200 milioni di pesos destinati ai settori educativo e sanitario del Veracruz si sarebbe fatto ristrutturare un ranch extralusso dove trascorrere le vacanze assieme alla famiglia.
Nella faccenda, oltre a Javier Duarte, sarebbero coinvolte altre otto persone, attualmente accusate di riciclaggio di denaro.

Twitter: @marcodellaguzzo