Messico. Criminalità e sicurezza: un nuovo approccio con l’amministrazione Nieto?

di Davide Delaiti

pena nietoEurasia – Durante l’incontro tra Obama e Nieto, avvenuto il 2 maggio, è stato affrontato il tema del narcotraffico. La situazione di violenza generatasi in Messico negli ultimi 18 mesi, frutto del flusso bidirezionale creatosi tra i due Paesi- con la droga che parte dall’America del Sud e arriva negli Stati Uniti e le armi che fanno il percorso inverso-  testimonia l’inadeguatezza con cui è stato gestito il problema sino ad oggi. C’è molto scontento a Città del Messico per come è stata affrontata la sfida ai narcos e i 70 mila morti degli ultimi 7 anni pesano anche sulla coscienza di Obama, il quale ha rivolto un’importante autocritica alla propria amministrazione. È necessario dunque che la nuova partnership imbocchi una via alternativa alla “guerra totale” contro i trafficanti di droga.
In materia di sicurezza la questione dei narcos è soggetta ad un altro tipo di collaborazionismo tra il governo messicano e statunitense. Il ruolo del Messico pesa sicuramente di più rispetto a quello che ricopre nella gestione dell’immigrazione illegale e il precedente governo messicano, presieduto da Felipe Calderon, non può chiamarsi fuori.
La lotta ai cartelli della droga ha alle spalle una storia di accordi bilaterali importanti. Il pilastro su cui si è eretta la cooperazione tra Stati Uniti e Messico negli ultimi anni è l’”Iniziativa Merida”, un accordo bilaterale firmato dall’amministrazione Bush nell’ottobre del 2007, in seguito alle richieste del governo Calderòn per un maggiore supporto e coinvolgimento degli Stati Uniti nella lotta al narcotraffico. L’accordo è stato accolto come un “nuovo paradigma” della cooperazione tra i due Stati: un progresso diplomatico che ha determinato una presenza importante degli U.S.A. nelle politiche di sicurezza messicane attraverso una maggiore assistenza (anche tecnologica) , lo stanziamento di fondi, il rifornimento di equipaggiamenti alle forze militari messicane e la creazione di gruppi di lavoro multilaterali.
L’Iniziativa Merida si articolava in 4 punti che esprimevano tutto il radicalismo militare nella lotta ai narcos: cercare di spezzare il potere dei cartelli della droga colpendo i vertici delle organizzazioni criminali; aumentare i controlli marittimi, aerei e al confine; migliorare il sistema giudiziario delle regioni messicane alla frontiera, in quanto principale area d-azione dei narcotrafficanti; limitare e contenere attraverso azioni militari l’attività dei cartelli. Calderon ha fatto della lotta ai narcos una priorità della sua agenda politica, catturando venticinque dei trentasette maggiori boss della droga facenti capo alle due maggiori organizzazioni criminali: il DTO (Drug trafficking organizations) e Las Zetas. I fondi stanzianti dagli Stati Uniti dal 2008 al 2012 ammontano a quasi due miliardi di dollari, di cui 873,7 milioni sottoforma di equipaggiamenti e armi per le forze militari messicane. La guerra scatenata da Calderon e Stati Uniti contro i cartelli non ha però sortito gli effetti sperati e anzi la reazione dei narcos è stata durissima. Il bilancio di questi anni di guerra alla droga è un ecatombe: 70 mila morti, di cui solo 10 mila a Ciudad Juarez (definita  la città più pericolosa del mondo) e 26 mila desaparecidos. A demolire la strategia interventista di Calderon si aggiungono i dati relativi ai flussi di armi sul confine messicano-statunitense: dal 2007 ad oggi sono state sequestrate più di 90 mila armi, di cui 60 mila provenienti dagli Stati Uniti a sostegno dei narcotrafficanti e a cui si sommano gli scandali relativi agli agenti corrotti dell’FBI che avrebbero facilitato il rifornimento alle organizzazioni. Pare inoltre che anche la cattura d’innumerevoli boss sia stato vana: i vecchi capi arrestati o uccisi sono stati sostituiti da leader più giovani e violenti.  
L’insediamento di Nieto sembra però poter costituire quell’elemento di discontinuità necessario a orientare diversamente questa cooperazione. Il neo presidente ha già preso le distanze dal radicalismo del precedente governo e non ha intenzione di dare continuit’ alla pesante eredità lasciata dal suo predecessore. L’Iniziativa Merida sembra poter evolversi verso un altro tipo di approccio al problema: cercare quelle che sono le vere cause della criminalità in Messico, a cominciare dal debole assetto istituzionale giudiziario e dall’alto tasso di corruzione. Nel febbraio del 2013 è stato presentato il Programa Nacionl para Prevencion Social y la Delincuencia, che ha istituito una Commissione Intersegretariale per promuovere la coesione sociale, riscattare gli spazi pubblici e diffondere la cultura della pace. La nuova cooperazione tra Stati Uniti e Messico deve ripartire quindi da un programma che privilegi il miglioramento delle istituzioni, il miglioramento delle società messicana, lo sviluppo economico (soprattutto in quelle regioni più colpite dal narcotraffico) e la tutela dei diritti umani. Il presidente messicano ha affermato che il successo della sua strategia si misurerà sulla base delle riduzioni degli omicidi e altri crimini e non sul numero di arresti. Mettere al centro dunque la protezione dei cittadini attraverso un’Iniziativa Merida che abbia come obiettivo primario la prevenzione del crimine e non la sua estirpazione violenta. A differenza del suo predecessore, la linea politica di Nieto privilegia l’Institution Building: una riforma delle forze di polizia, includendo dei programmi d’informatizzazione (in parte finanziati dagli U.S.A.) e di addestramento speciale di unità anticrimine; una riforma del sistema delle carceri (a fine 2011 queste erano del 23% sopra la loro capacità di ospitalità); una riforma del codice penale che elimini clientelismo e corruzione dalle istituzioni; programmi di scolarizzazione e di sviluppo economico per le comunità di confine vittime del narcotraffico.
La nuova presidenza di Nieto e la presa di coscienza da parte di Obama del fallimento dei precedenti approcci “militari” al problema, possono costituire delle premesse nuove sulle quali costruire una partnership che individui nel miglioramento della democrazia in Messico la chiave per sconfiggere la criminalità organizzata. 

Fonte: Eurasia Rivista di Studi Geopolitici
http://www.eurasia-rivista.org/obama-incontra-pena-nieto/19480/